sabato, 14 Dicembre 2024
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La nuova guida sulla valle del Serchio

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L’evento si è tenuto con la partecipazione del direttore commerciale del Gambero Rosso Franco Dammico, Icilio Disperati direttore dell’Apt Lucca, l’autore Irene Arquint e l’assessore al turismo e all’agricoltura della Comunità Montana Rolando Bellandi.
Un’analoga presentazione avverrà il 19 febbraio presso lo stand della Regione Toscana alla Bit di Milano.
Riferisce l’autrice, Irene Arquint: «Questa guida ti fa entrare nei luoghi cari a Puccini e all’Ariosto, ma non dimentica di raccontare i drammi dell’emigrazione verso i paesi anglosassoni e i giorni tragici quando su questa terra passava la Linea Gotica.
«Luoghi ancora intatti, tanto che Spike Lee li ha scelti per il suo kolossal militare “Miracolo a Sant’Anna”. È una guida targata Gambero Rosso e quindi vi trovate tutto il buono di una valle celebre per il farro Igp della Garfagnana, per la farina di castagne Dop, per il prosciutto Bazzone (presidio Slow Food) e per altri cento prodotti, compreso olio extravergine e vino. Segnalando hotel di lusso e centri benessere ma anche rifugi e vecchie caserme del Seicento diventate albergo.
«È una Toscana sicuramente diversa quella percorsa dal fiume Serchio, più aspra e montuosa, dai tanti risvolti sconosciuti (e raccontati nel libro).
«Ci vanno in vacanza i Kennedy e ha visto fiorire la prima tv italiana tutta musica (Videomusic per la storia). C’è nata un’icona (in tutti i sensi: è ricordato per l’Urlo, Tardelli come Munch) del calcio azzurro e ci producono i metalli per coniare l’euro. Ma è una guida anche e soprattutto per golosi.
«Per scoprire la prima birra italiana prodotta con il farro (un’autentica bontà), un ottimo formaggio di alta montagna, un sanguinaccio come il biroldo (altro presidio Slow Food), il mais ottofile (antica varietà di incredibile sapore), la farina di castagne, il miele, le marmellate, le trote.
«Il “romanzo” di questa valle parte descrivendo l’inarrivabile Lucca – la città dell'”arborato cerchio”, cara a Visconti e Monicelli, a Puccini e Boccherini – per poi risalire verso i luoghi cari al Pascoli».

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