Dal 28 febbraio sarà visitabile “Promised Lands” nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, la video installazione dell’artista Amos Gitai promossa dal Comune di Firenze e organizzata da MUS.E.
“Promised Lands” unisce le varie produzioni del regista internazionale Amos Gitai, creando una riflessione politica sui destini umani e sulla possibilità di vivere insieme. Un’installazione nata in concomitanza con la Conferenza Internazionale dei Sindaci delle Città del Mediterraneo che si tiene a Firenze dal 25 al 27 febbraio. Un forte messaggio di umanità e di unione, necessario più che mai dopo gli avvenimenti in Ucraina.
Promised Lands in Sala d’Arme
L’opera di Gitai è creata su misura per l’ambiente fiorentino, unendo estratti musicali, proiezioni d’immagini e letture di testi, come ad esempio gli estratti della corrispondenza tra Efratia Gitai, madre di Amos e suo padre Munio.
I visitatori vedranno proiettate sulle pareti della Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, le immagini tratte da alcune produzioni del regista israeliano, come “Kippur” lungometraggio in cui ripercorre la sua esperienza durante la guerra dello Yom Kippur o “The Book of Amos” girato a Tel Aviv dove alcuni attori israeliani e palestinesi interpretano in chiave moderna il suolo del profeta Amos. L’installazione va oltre le differenze che separano le nazioni, utilizzando immagini e lingue provenienti da tutto il Mediterraneo.
Il 13 e il 14 aprile, giorno in cui terminerà la mostra, è in programma in esclusiva italiana al Teatro della Pergola di Firenze lo spettacolo di Amos Gitai “Exils intérieurs”. Sul palco un dialogo immaginario che combina brani musicali, proiezioni di film e letture di testi sulla posizione dell’artista quando si trova davanti all’oppressione.
L’artista
Amos Gitai è nato nel 1950 a Haifa in Israele. Figlio di un architetto fuggito dal nazismo nel 1933 e dell’intellettuale Efratia Gitai, appartiene alla prima generazione nata dopo la fondazione dello Stato d’Israele. Gitai rimase ferito durante la guerra dello Yom Kippur quando era ancora uno studente di architettura. Da qui la sua opera si è sempre ispirata a temi biografici, familiari e al trauma vissuto durante la guerra. La produzione di Gitai ha ricevuto numerosi premi internazionali, tra cui il premio Robert Bresson nel 2014.
La mostra è aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00, il giovedì dalle 10.00 alle 14.00. L’ingresso alla mostra è gratuito, per maggiori informazioni visitare il sito web di MUS.E.