Ruspe al lavoro nell’ex convento di Sant’Orsola in pieno centro storico, in cui è sepolta Lisa Gherardini, la ”sospetta” Monna Lisa che tanto ispirò Leonardo da Vinci.
SANT’ORSOLA. Le ruspe sono al lavoro e l’indagine archeologica è stata avviata. Nel 1542, nell’ex convento di Sant’Orsola, fu sepolta Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo. Il cantiere è stato aperto per rimuovere lo strato di cemento gettato sul pavimento dell’ex convento, quando sembrava destinato ad ospitare una caserma della Guardia di Finanza. Ora che l’immobile è della Provincia di Firenze, è cambiata anche la destinazione d’uso. Prima di avviare i lavori di recupero dell’immobile la Provincia ha avviato uno scavo archeologico, secondo quanto richiesto in via preliminare dalla Soprintendenza archeologica di Firenze. “L’indagine archeologica – ha sottolineato l’Assessore all’Edilizia della Provincia di Firenze, Stefano Giorgetti – voluta dalla Soprintendenza, prima del restauro dell’immobile avrà un costo complessivo di 110mila euro e sarà finanziata dalla Provincia di Firenze”.
GLI SCAVI. Quando il 29 giugno saranno terminati i lavori di rimozione del cemento, inizieranno i veri e proprio scavi archeologici sotto il coordinamento della Direzione generale Toscana della Soprintendenza Archeologica. E sempre nello stesso giorno, riprenderà anche lo studio condotto dal Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, inerente la verifica dell’ipotesi circa una possibile sepoltura della Monna Lisa all’interno dell’ex convento di Firenze.
LA MODELLA DELLA GIOCONDA. “Ormai non vi sono più dubbi sul fatto che Lisa Gherardini sia stata tra il 1502 e il 1503 ‘la prima’ modella della Gioconda, un quadro la cui realizzazione ha accompagnato Leonardo per quasi 15 anni – ha detto Silvano Vinceti, presidente del Comitato per la valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali – Il dubbio è sciolto soprattutto da quando è stato ritrovato in Germania lo scritto di Agostino Vespucci, che fu scrivano di Leonardo, il quale paragona ad Apelle l’opera incompiuta del genio di Vinci: “Apelles pictor. Ita Leonardus Vincius facit in omnibus suis picturis, ut enim caput Lise del Giocondo”. Ovvero: come il pittore Apelle così fa Leonardo da Vinci in tutti i suoi dipinti, ad esempio per la testa di Lisa del Giocondo”. “Quindi – conclude Vinceti – possiamo dire con sicurezza, anche in base a quanto ha scritto il Vasari e a quanto è poi emerso dalle ricerche agli infrarossi effettuate al Louvre, che la Giocanda riproduce le caratteristiche somatiche di Lisa Gherardini, soprattutto la struttura del viso, gli occhi, gli zigomi e il collo. Invece il celebre sorriso è probabile che sia stato ispirato dal Salai che dal 1510 divenne il modello preferito di Leonardo”.