Vittorio Sgarbi, ambasciatore della Cultura della Regione Lombardia, vorrebbe all’Expo 2015 un “pezzo forte” dell’arte italiana: la Venere del Botticelli, “strappandola” alla sua casa (gli Uffizi) per un periodo limitato tra maggio e dicembre 2015. Ma la strada che va da Firenze a Torino (il critico d'arte pensa di portare l'opera nella Reggia di Venaria Reale, vicino al capoluogo piemontese) è piena di insidie e soprattutto di polemiche.
“La Nascita di Venere” è nella lista, stilata nel 2007 dall'allora ministro della cultura Rutelli, dei venti capolavori inamovibili, in particolare per prestiti verso l'estero. Intanto il Polo museale fiorentino fa sapere che la valutazione sulla possibilità di spostare l’opera di Botticelli spetta al ministro per i Beni Culturali.
Spostare la Venere del Botticelli: la reazione del ministro
Da parte sua Dario Franceschini, dopo una giornata di dibattito e polemiche, ha fatto registrare una frenata, anche se non ha chiuso del tutto al progetto. “L'Expo non è solo di Milano ma di tutta Italia – ha detto – la sfida che dobbiamo vincere è quella di allungare la permanenza nel nostro Paese di tutti i visitatori dell'Expo, offrendo loro le occasioni e le modalità per andare a visitare quel museo diffuso che è l'Italia. Quindi – ha aggiunto – dico basta a questo dibattito quotidiano e improvvisato su singoli capolavori che dovrebbero essere trasferiti a Milano”.
Qualche porta aperta, però, resta. Il ministero, ha fatto sapere Franceschini, esaminerà solo le richieste formali.
Le parole di Sgarbi
Tutto è partito da una dichiarazione di Vittorio Sgarbi, dopo che il Comune di Cremona ha detto no al prestito dell'opera 'L'ortolano' di Arcimboldo che ha ispirato anche la mascotte dell'esposizione universale. “Ma quale Arcimboldo? – ha tuonato il critico d’arte – ma a chi interessa quel quadretto, se lo tengano pure a Cremona. Io sto lavorando per portare all'Expo dagli Uffizi di Firenze la 'Venere' di Botticelli, oltre che i Bronzi di Riace”.