La data di accensione del riscaldamento privato e condominiale per la stagione fredda 2024 si avvicina: sono le norme nazionali a stabilire quando si possono possono attivare i termosifoni, l’orario di funzionamento dei caloriferi e anche la temperatura consentita. Le regole non sono uguali in tutta Italia e variano anche all’interno della stessa regione o provincia, perché dipendono dalla zona climatica in cui si trova l’abitazione, al netto di ordinanze locali dei sindaci. La logica generale è piuttosto intuitiva: dove fa più freddo i termosifoni si possono accendere prima e per più tempo, ecco quando.
Il periodo di accensione del riscaldamento: la normativa di riferimento
Come detto la data dell’accensione del riscaldamento anche per l‘autunno-inverno 2024 in Italia varia a secondo del luogo: il territorio nazionale è diviso in 6 diverse zone climatiche, classificate dalla A (la più calda) alla F (la più fredda) e in base a queste cambiano le disposizioni su orario, date e periodo di funzionamento dei termosifoni. In particolare il quadro normativo nazionale fa riferimento alla legge n° 10 del 1991 e al decreto del presidente della Repubblica n° 412 del 1993 e successive modificazioni.
Data di accensione riscaldamento inverno 2024: quando e come, la zona climatica
Vediamo nel dettaglio quando si può accendere il riscaldamento nell’autunno-inverno 2024/2025, anche con le ore di attività previste per gli impianti termici. Sempre che non ci siano ordinanze specifiche dei Comuni.
- Zona F (la più fredda)
Non ci sono limitazioni per il periodo e l’orario di accensione del riscaldamento anche durante la stagione 2024-2025
Qui ricadono anche le zone di Trento, Belluno e Como - Zona E
i termosifoni si possono accendere dal 15 ottobre 2024, per un periodo massimo di 14 ore al giorno. Dovranno essere spenti il 15 aprile 2025
Qui ricadono le province di Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli e Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini e Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila e Potenza. - Zona D
la data di accensione del riscaldamento è il 1° novembre 2024 e il periodo va avanti fino al 15 aprile 2025, con un orario massimo di funzionamento dei termosifoni che non può sforare le 12 ore al giorno.
Interessa le province di Avellino, Ancona, Ascoli Piceno, Caltanissetta, Chieti, Forlì, Firenze, Genova, Grosseto, Isernia, Livorno e Lucca. Comprende inoltre Macerata, Massa Carrara, Foggia, Matera, Nuoro, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Pescara, Roma, Siena, Terni, Teramo, Vibo Valentia e Viterbo - Zona C
il riscaldamento si accende dal 15 novembre 2024 al 31 marzo 2025, fino a 10 ore al giorno.
La zona comprende la fascia adriatica nord e le province di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto. - Zona B
via libera ai termosifoni singoli e condominiali dal 1° dicembre 2024 al 31 marzo 2025, per massimo 8 ore al giorno.
Qui ricadono le province di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani. Si potranno accendere i termosifoni dal primo dicembre al 31 marzo. - Zona A
il riscaldamento si può accendere dal 1° dicembre 2024 al 15 marzo 2025 per 6 ore massimo al giorno.
Questa zona comprende le aree più calde d’Italia come le isole di Linosa e Lampedusa e Porto Empedocle.
Per quanto si può accendere il riscaldamento: gli orari di funzionamento
Per tutte le zone, ad eccezione della zona F, l’accensione del riscaldamento è consentita (a seconda della data stabilita dalle norme anche per il 2024) dalle ore 5 del mattino alle 23 di sera, rispettando sempre il limite massimo orario di attività della caldaia disposto dalla legge: 14 ore totali per la zona E, 12 per la D, 10 per la C, 8 per la B fino ad arrivare alle 6 ore della zona A.
Come già successo, in situazioni climatiche particolari i Comuni, con un’ordinanza del sindaco, possono modificare le regole per l’accensione degli impianti termici alimentati a gas. Ad esempio, in presenza di freddo fuori stagione, i primi cittadini possono consentire l’attivazione degli impianti termici in anticipo o, al contrario, come successo l’anno scorso a Milano, posticiparla se siamo di fronte a un inizio di ottobre particolarmente caldo. Ma, almeno per ora, non è il caso del 2024 con un principio di autunno che soprattutto al centro-nord Italia ha visto temperature sotto la media. Se la partenza degli impianti termici venisse anticipata, la durata massima dell’accensione dei termosifoni non potrebbe comunque superare la metà delle ore previste a pieno regime.
La temperatura dei termosifoni
La normativa fissa infatti la temperatura massima che si può raggiungere nei locali riscaldati dagli impianti di riscaldamento privati:
- 18 gradi, con due gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali ed assimilabili;
- 20 gradi, con due gradi di tolleranza, per tutti gli altri edifici (e quindi anche per le abitazioni private).
In teoria, se non si rispettano questi valori si rischia una multa, ma i controlli non sono così agevoli. Queste limitazioni non riguardano utenze particolari, come ospedali, residenze socio-sanitarie, scuole, asili, piscine, saune e le attività artigianali e industriali che richiedono temperature più alte per motivi tecnici o di produzione.
Ogni anno, alla vigilia dell’accensione dei riscaldamenti in tutta Italia, l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e l’efficienza energetica, pubblica un vademecum per risparmiare gas, suggerimenti utili anche per le caldaie durante la stagione fredda 2024-2025. Tra questi eseguire la manutenzione periodica, perché gli impianti non ben regolati consumano e inquinano di più, non coprire i radiatori e isolare bene gli ambienti a partire dalle finestre. Sul fronte delle agevolazioni, dal 2024 si sono strinte le maglie per il bonus sociale, compreso il bonus per il riscaldamento condominiale.