giovedì, 25 Aprile 2024
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Alluvione del ’66, Firenze ha ricordato le vittime. Con gli Angeli del fango

Il ritorno degli Angeli del Fango in città e un consiglio comunale straordinario alla Biblioteca Nazionale, oltre a una Messa e a una corona gettata in Arno: ecco come Firenze ha ricordato l'alluvione, 46 anni dopo.

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Il ritorno degli Angeli del Fango in città e un consiglio comunale straordinario alla Biblioteca Nazionale, uno dei luoghi “simbolo” di quel tragico avvenimento, e ancora una messa e una corona gettata in Arno, dal ponte alle Grazie, in ricordo delle trentacinque vittime: così ieri Firenze ha ricordato l’alluvione, a 46 anni di distanza da quel tragico 4 novembre del 196.

BIBLIOTECA NAZIONALE. “Un momento solenne di ricordo, ma anche di impegno e lavoro per il futuro”: queste le parole pronunciate dal presidente Eugenio Giani, che ha aperto ieri mattina alla Biblioteca Nazionale il consiglio straordinario in occasione del 46° anniversario dell’Alluvione. Accanto a lui i vicepresidenti Jacopo Cellai e Salvatore Scino e la direttrice della Biblioteca Nazionale Maria Letizia Sebastiani. L’apertura della seduta è stata preceduta da un breve concerto del Quartetto della Scuola di Musica di Fiesole, mentre a fare da sfondo all’assemblea erano esposte le foto dell’Alluvione del’66 scattate da Michele Rossi e le immagini inedite di Peter Water. “Dall’anno scorso – ha detto Giani- il 4 novembre è diventato e continuerà ad essere un appuntamento fisso che non è solo ricorrenza, ma aanche occasione di check up dello stato dell’Arno perché non dobbiamo mai abbassare la guardia anche se molte cose sono state fatte”. Giani ha ricordato Carlo Maggiorelli, il dipendente dell’acquedotto morto in servizio, travolto dalla piena e al quale il Comune ha reso omaggio con un mazzo di fiori deposto sulla sua tomba nel cimitero di San Felice a Ema.

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ARNO. Giani ha poi parlato mentre scorrevano sullo schermo della Biblioteca  le immagini dell’alluvione e ha annunciato un ordine del giorno che dovrà essere discusso con i capigruppo e poi votato in Consiglio comunale, per “chiarire gli impegni del Comune per prevenire gli eventi calamitosi legati all’esondazione dell’Arno”. “Cinque aspetti devono essere evidenziati – ha spiegato il presidente Giani – anzitutto gli interventi che consentano di creare vasche di esondazione in grado di alleggerire l’Arno prima dell’arrivo a Firenze dell’eventuale piena. Certo, nel 1966 non c’era ancora il lago di Bilancino che è in grado di trattenere e alleggerire l’onda d’urto sulla città, ma la realizzazione delle vasche di esondazione a Figline, già programmate e finanziate deve diventare una priorità da realizzare a breve con il massimo impegno della Regione Toscana”. “Come secondo punto – ha proseguito il presidente del consiglio comunale – dobbiamo insistere sui lavori per mettere in sicurezza l’intero corso dell’Arno e i suoi affluenti che negli ultimi anni, pensiamo a quanto avvenne nel ‘92-’93 con Greve, Ema, Ombrone, hanno presentato ancor più problemi dell’Arno stesso. Lo Stato non può lasciare Regione e enti locali senza risorse a provvedere da soli a interventi che richiedono investimenti forti: la tutela dell’Arno, quarto fiume d’Italia, è problema nazionale che richiede su questo territorio una sensibilità delle autorità statali che si traduca in interventi e stanziamenti concreti”.

MONUMENTO. Il terzo aspetto per Giani riguarda “il potenziamento del sistema di protezione civile, che grazie all’uso delle moderne tecnologie, può consentire un’allerta per la popolazione che massimizza le capacità di comunicazione assolutamente assenti nel 1966″. Il presidente del Consiglio comunale ha fatto riferimento “alla pianificazione urbanistica che deve evitare, negli alvei, qualsiasi nuovo insediamento e la massima attenzione nella manutenzione delle sponde e di tutti i terreni interessati dal corretto deflusso delle acque”. Infine come quinto punto Giani ha posto l’accento sulla “funzione di testimonianza e dell’importanza del ricordo dei caduti attraverso un monumento da realizzare attraverso un concorso pubblico che possa far vivere la memoria del tragico evento di 46 anni fa nell’espressione autentica di un artista che abbia ben presente la capacità evocativa dell’alluvione nei cittadini di Firenze, la memoria dei 35 caduti tra la città e la provincia a causa dell’esondazione dell’Arno nel ’66”.

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MESSA E CORONA. Dopo la seduta del Consiglio e gli interventi dei capigruppo ed esponenti politici la mattinata è proseguita con il convegno organizzato insieme  a Confservizi Cispel Toscana “Dissesto idrogeologico ed emergenze idriche al tempo dei cambiamenti climatici”, con il raduno degli Angeli del Fango presieduto dal presidente di Publiacqua Erasmo D’Angelis e il segretario dell’autorità di Bacino Gaia Checcucci. Il convegno prosegue oggi all’Altana di piazza Strozzi. Sempre ieri, in parallelo, si sono svolte anche le cerimonie per l’Anniversario dell’Alluvione che dal 1994 sono curate in città dall’associazione Firenze Promuove, presieduta dal giornalista Franco Mariani per ricordare le 17 vittime in città e le 18 della provincia. Alle 9,30 è stata celebrata una Santa Messa nella cappella dell’Oratorio della Madonna delle Grazie (lungarno Diaz 8). Dopo la benedizione dell’Arno, il presidente Giani, alle 13, ha lanciato nel fiume la Corona benedetta. Insieme al presidente del Consiglio comunale erano presenti il presidente di Firenze Promuove Franco Mariani, il presidente di Publiacqua Erasmo D’Angelis e il segretario dell’Autorità di Bacino Gaia Checcucci.

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