L’Ordine degli architetti di Firenze presenta la prima proposta, in Italia, di auto riforma che arriva direttamente da un Ordine professionale.
LA RIFORMA. Niente più Ordini professionali, al loro posto Istituti provinciali che svolgono attività di supporto e consulenza non solo ai professionisti ma anche ai cittadini. Un’Authority regionale di tutela e controllo delle professioni che hanno a che fare con la materia Territorio e Ambiente. Tutto ciò definito da una legge quadro che chiarisca la natura e il valore della prestazione, i parametri deontologici di base, le competenze specifiche di tutti gli operatori dell’edilizia. Sono questi i tre punti chiave della proposta di riforma degli Ordini elaborato dall’Ordine degli architetti di Firenze e provincia. Il 30 marzo sarà presentato a Torino in occasione di ”L’architetto in Europa. Confronti e proposte per il futuro degli Ordini”. Ieri la riforma è stata presentata e illustrata all’EX3 in viale Giannotti, durante un’iniziativa.
”PROGETTO APERTO”. L’Ordine stesso definisce questa riforma un “progetto aperto”, una base di partenza per il confronto partendo dal presupposto che i cambiamenti introdotti dalla riforma del governo Monti, contenuti nelle norme sulle liberalizzazioni, vadano nella direzione giusta ma non siano sufficienti per modernizzare davvero il sistema. L’Ordine fiorentino ritiene che sia necessaria una legge quadro per disciplinare con chiarezza le professione e le sue competenze e che dovrebbe anche indicare un Ministero di riferimento che non sia, come è oggi e solo in Italia, quello della Giustizia. Inoltre dovrebbe “individuare le opportune differenze tra le diverse scelte professionali, libera professione, carriera in strutture pubbliche o private e/o universitarie”.
AUTHORITY REGIONALE. La proposta dell’Ordine prevede anche la creazione di un Authority regionale, un organismo di tutela e controllo per le professioni dell’area tecnica (architetti, ingegneri, geologi e agronomi). Alle Authority, di cui farebbero parte i professionisti, i rappresentanti del Ministero di riferimento e le parti sociali, spetterebbe il compito di tenere l’Albo professionale, scrivere il codice deontologico, fare l’accreditamento formativo e valutare i crediti, tutelare la professione e il sistema territorio-ambiente, oltre che tenere i rapporti con le Università e organizzare l’esame di Stato.
ISTITUTI. Gli attuali Ordini professionali verrebbero dunque, sostituiti da Istituti per l’Architettura, “strutture meno verticistiche e meno autorefenziali”, aperte anche a chi non è architetto. Il loro compito sarebbe quello di promuovere e diffondere la cultura architettonica, svolgere attività di consulenza oltre a quella contrattuale, fare e incentivare attività di ricerca, organizzare eventi e dare un supporto a professionisti, a cittadini e iscritti.
L’ISCRIZIONE. L’iscrizione ad un Istituto non sarebbe vincolata alla residenza o al domicilio fiscale, come avviene attualmente per gli Ordini, in modo da stimolare la competitività tra Istituti sulla fornitura di servizi e sulle attività di consulenza particolari che siano di ausilio al corretto svolgimento della prestazione professionale. Lo scopo è quello di lavorare al miglioramento della formazione del professionista, nell’interesse soprattutto dei cittadini che chiedono la sua prestazione.