sabato, 20 Aprile 2024
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Cadavere trovato carbonizzato nell’ex caserma, arrestati due uomini

E' stata la squadra mobile, dopo le indagini, a catturare due persone ritenute responsabili dell'omicidio del 24enne albanese trovato carbonizzato a inizio giugno nell'ex caserma dei Lupi di Toscana.

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Sono stati catturati due uomini ritenuti responsabili dell’omicidio del 24enne albanese trovato carbonizzato lo scorso 5 giugno nell’ex caserma Lupi di Toscana.

ARRESTI. Nella mattinata di ieri, dopo una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, la squadra mobile fiorentina ha eseguito un fermo di indiziato di delitto – emesso dal Sostituto Procuratore Dr. Sandro Cutrignelli – nei confronti di due soggetti ritenuti responsabili dell’omicidio del giovane albanese ritrovato carbonizzato lo scorso 5 giugno in via di Scandicci. Si tratta di due fratelli albanesi di 19 e 20 anni, entrambi arrestati ieri dagli uomini della Sezione Omicidi guidati dal Vice Questore Aggiunto dott. Alessandro Ausenda e dall’Ispettore Superiore Cosimo Toma. 

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L’OMICIDIO. Il medico legale aveva constatato che la vittima era stata ferita a morte con almeno cinque colpi di arma da taglio al collo, e che il corpo, privo di vita, era stato successivamente dato alle fiamme mediante l’impiego di liquido infiammabile. I primi accertamenti medico legali avevano permesso di stabilire che l’episodio era avvenuto alla fine del mese di maggio. La salma si presentava coperta da residui di legni utilizzati per appiccare il fuoco, mentre a diversi metri di distanza era presente un secondo focolaio dove gli agenti avevano ritrovato alcuni effetti personali – oltre a degli asciugamani – e i residui di un apparato cellulare.

L’AUTO. All’esterno dell’area era stata poi ritrovata un’auto in sosta di proprietà di un italiano risultato poi intestatario di numerosi altri mezzi di trasporto. All’interno del veicolo erano presenti copiose tracce di sangue sia nell’abitacolo che nel bagagliaio posteriore. L’attività investigativa – viene spiegato – ha consentito di stabilire che circa due mesi prima il veicolo era stato controllato dalle forze dell’ordine a Montemurlo, e che nella circostanza era stata identificata la persona risultata poi essere la vittima del cruento omicidio. Accertato l’uso esclusivo dell’auto da parte dello straniero, scomparso nel corso della notte tra il 27 e il 28 maggio, la Polizia Scientifica ha confermato l’identità del cadavere grazie ad alcuni frammenti di impronte papillari recuperate da una delle mani bruciate.

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INDAGINI. Una volta dato un nome alla vittima, gli inquirenti si sono fin da subito concentrati sull’analisi del tessuto sociale e della sfera personale del giovane, interrogando sia i familiari che le persone con le quali quest’ultimo aveva avuto dei rapporti nel nostro paese. Tramite una minuziosa analisi dei tabulati telefonici relativi all’utenza mobile in uso allo straniero, è stato possibile ricostruire i suoi ultimi movimenti e quelli dei suoi presunti assassini. Successivi accertamenti hanno permesso di stabilire che il contesto nel quale era maturato l’omicidio era collegato all’illecita attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso delle perquisizioni a carico del fratello maggiore è stata sequestrata un’arma da fuoco semiautomatica, clandestina, detenuta illegalmente, con cinque proiettili. Gli arrestati si trovano ora in carcere con l’incriminazione di omicidio volontario aggravato e distruzione di cadavere.

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