Sono trascorsi settant’anni da quando, il 24 marzo 1944, cinque ragazzi furono fucilati allo stadio di Campo di Marte perché si opposero al regime fascista. Oggi, con un’iniziativa solenne volta a sensibilizzare al riguardo il tessuto sociale, molti hanno partecipato alla celebrazione di un evento tragico che ancora la città non dimentica: erano presenti il presidente del Quartiere 2 Gianluca Paolucci, il Comune di Firenze, con l’assessore all’ambiente Caterina Biti, la Regione Toscana, la maggior parte dei comuni della Provincia (tra cui Fiesole, Vicchio, Pontassieve, Dicomano, Bagno a Ripoli e Sesto Fiorentino), Don Matteo Perini, che a fine cerimonia ha dato la benedizione, alcuni rappresentati dell’Anpi e moltissimi alunni delle scuole Carducci, Masaccio, Mazzanti, Dino Compagni, Gramsci e Buontalenti.
MEMORIA. Durante il suo discorso, Gianluca Paolucci ha più volte sottolineato l’importanza della memoria, del conservarla e preservarla anche quando, per forza di cose, essa tende a sbiadire. E’ necessario fare in modo che, invece, la memoria resti sempre luminosa e attiva nelle menti di chi vive, perché è il principio fondante di un popolo: il presidente del Quartiere 2, per spiegare al meglio ciò che è rilevante davvero, ha citato George Orwell nella sua opera più famosa, “1984”: “Chi controlla il passato controlla il futuro”. Per concludere poi, ha esortato i ragazzi presenti con parole forti, ma cariche di significato: “Siate liberi, davvero. Liberi nel pensiero e nel comportamento. Siate sempre liberi e consapevoli, perché libertà e consapevolezza, se unite, rendono liberi gli spiriti”.
SCUOLA. Nel corso della cerimonia, inoltre, è stata ripetutamente ribadita l’importanza delle istituzioni scolastiche. L’assessore Caterina Biti, per concludere il suo intervento, ha detto: “Antonio, Guido, Leandro, Ottorino ed Adriano non sono solo il motivo per cui siamo qui oggi, ma anche quello grazie al quale ci siamo. Ecco per cosa sono morti: per la libertà, per la giustizia, per un mondo che garantisca a tutti questi diritti fondamentali. E’ importante non piegarsi quando qualcuno cerca di convincerci che ciò in cui crediamo non sia buono. Ragazzi, non piegatevi mai”. Anche Giovanni Di Fede, assessore provinciale alla pubblica istruzione, ha sottolineato come la scuola porti alla conoscenza di quei fatti che poi diventano vero e proprio nutrimento della memoria collettiva, e come sia proprio in sede scolastica che si imparano i valori dell’Italia democratica e, soprattutto, come essi siano arrivati a essere inalienabili.
PARENTI DELLE VITTIME. Alla celebrazione di oggi erano presenti anche i parenti di Guido Targetti e di Leandro Corona, questi ultimi venuti appositamente dalla loro residenza in Sardegna, che da anni è diventata “casa loro”. Hanno posto al centro della commemorazione il tema della speranza, spesso invisibile ma sempre presente, che i valori “buoni” per i quali i loro cari sono stati uccisi continuino a sopravvivere, ad essere motivo per cui lottare. Hanno scelto di leggere, di fronte ai numerosi spettatori del Sacrario di Campo di Marte, una poesia di Rocco Silicato, che nel 1944 fu testimone oculare dell’eccidio. Una poesia semplice ma toccante, commovente forse proprio per l’umiltà delle parole che la compongono, che si apre così: “Hanno ammazzato cinque ragazzi, uccisi in un giorno di sole…”.