Un polmone che sia finalmente tutto verde, senza tubi di scappamento. Pedonalizzare completamente il parco delle Cascine, 160 ettari, una striscia stretta e lunga 3 chilometri e mezzo: è una delle proposte che arriva dall’Ordine degli Architetti della provincia di Firenze, in vista dell’approvazione da parte del Consiglio Comunale del Regolamento urbanistico, la grande “mappa” per che stabilisce come cambierà il volto della città nei prossimi anni.
LE PROPOSTE
Gli architetti dicono anche sì alla possibilità di demolire gli edifici di scarso valore architettonico e no a regole troppe rigide sulle ristrutturazioni. E ancora sì alla pedonalizzazione totale delle Cascine, no a chioschi in giardini e parchi storici. Sì a norme migliori sulle trasformazioni urbane e alla creazione di un Registro dei Crediti Edilizi, no al rischio di innalzamento della rendita fondiaria.
Tre i capitoli del regolamento che secondo gli architetti fiorentini sono da migliorare, a partire dalla questione dei lavori edilizi. “Oggi, nel nuovo Regolamento, la maggior parte degli edifici è classificata come storica o storicizzata, una categoria per la quale è prescritto il restauro e il risanamento conservativo – spiega Marzia Magrini, presidente dell’Ordine – In questo modo però si rischia di mettere sullo stesso piano, ad esempio, un intervento edilizio su un normale palazzo di Campo di Marte con un intervento su un palazzo storico rinascimentale. Imponendo il restauro in modo così largo si rischia di 'ingessare' tutti gli interventi”.
RESTYLING PER GLI EDIFICI DI POCO VALORE
Da qui l’idea che sia prevista la possibilità di “demolizione con ricostruzione” per gli edifici di poco valore architettonico che potranno essere così riqualificati dal punto di vista architettonico, energetico e anti-sismico.
Attenzione poi alle trasformazioni urbanistiche. “Dovevano essere la chiave di volta della pianificazione comunale – dice la presidente dell'Ordine – ma il nuovo Regolamento non favorisce la loro fattibilità, perché prevede lo spostamento dei volumi inutilizzati in comparti edificatori discontinui e molto complicati. Ma così si rischia di rendere inapplicabili la maggior parte delle trasformazioni previste e di fare innalzare notevolmente la rendita fondiaria”.