Sono scattati i controlli nei centri estetici fiorentini gestiti da cinesi: unici sono stati trovati irregolari.
LE IRREGOLARITÀ. Alla prefettura di Firenze erano state segnalate diverse irregolarità, quindi sono scattati i controlli: è stata fatta un’attenta valutazione all’interno di undici centri estetici gestiti da cinesi. L’imprenditoria cinese attiva nel settore del benessere – viene spiegato – è infatti in questi ultimi tempi un business in forte espansione. Durante i controlli sono stati scoperti sette lavoratori a nero per i quali sono state elevate maxisanzioni per un totale di oltre trentamila euro. Questo per tre centri estetici ha significato la sospensione dell’attività, revocata il giorno dopo a seguito della regolarizzazione dei dipendenti non denunciati. Dove i titolari e i lavoranti erano regolari, mancava invece il pagamento dei contributi previdenziali per un ammontare complessivo di oltre quarantamila euro evasi. In altre situazioni, mancavano le registrazione dell’incasso e le ricevute fiscali ai clienti.
I SIGILLI. Oltre alle varie irregolarità ad uno dei centri estetici controllati sono stati posti subito i sigilli perché all’interno sono stati trovati strumenti estetici senza il possesso della licenza. Non sono stati invece scoperti dipendenti clandestini né sono emersi elementi certi – viene spiegato ancora – da far ritenere che alcuni siti di massaggio nascondessero in realtà l’esercizio della prostituzione.
UNA SQUADRA PER OGNI CENTRO. Tanti i gruppi di lavoro che hanno interessato questa indagine. È stato necessario infatti intervenire sugli obiettivi individuati con undici squadre, una per ogni centro da controllare, composte da poliziotti, carabinieri, Nas, finanzieri, agenti della polizia municipale fiorentina e ispettori di Inps, Inail e Asl. L’azione simultanea delle undici squadre, effettuata lo stesso giorno e alla stessa ora, è stata coordinata e seguita in Prefettura da un’apposita cabina di regia.
DOPPIO RISULTATO. “Abbiamo ottenuto un doppio risultato – ha commentato il prefetto Luigi Varratta – da un lato abbiamo smascherato una serie di situazioni illecite, dall’altro abbiamo dato il via a una sanatoria; alcuni titolari si sono già messi in regola, mentre altre aziende senza autorizzazione verranno riqualificate come imprese artigiane. ” “Al tavolo di lavoro abbiamo registrato subito – ha spiegato Varratta – un frequente turn-over delle aziende cinesi, ditte con una vita media di un anno e mezzo, che chiudevano e riaprivano poco dopo con un altro nome, movimenti ambigui che suscitavano molti sospetti”.