mercoledì, 25 Dicembre 2024
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Chi viene e chi resta tra le botteghe delle Cure

Dallo storico orologiaio al giovane liutaio. I negozi del rione fiorentino delle Cure custodiscono tante storie. Noi ve ne raccontiamo alcune

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Ci sono luoghi alle Cure in cui sembra che il tempo si sia fermato. Sono gli esercizi storici, quelli che si sono “sempre” stati. È proprio il caso dello storico orologiaio de Le Cure Giovanni Pinzani, classe 1939.

In quel negozio ci lavora dal 1962, prima come ragazzo di bottega poi gestendo l’attività. Il prossimo anno compirà il cinquantesimo anno di apertura.

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La sua famiglia originaria della Rufina aveva già un’attività artigiana nel settore degli orologi. “Oggi aprire un’attività come la mia sarebbe una follia” ci confessa sorridendo. All’interno del negozio tutto è rimasto inalterato dal 1932, anno di fondazione dell’esercizio, a partire da alcuni mobili e scaffali originali del tempo.

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La mesticheria e il ristorante con vista sul fiume

Proseguendo verso la piazza l’attività storica per eccellenza, posta in posizione d’angolo, è la Mesticheria, aperta dalla fine del 1800. L’attuale gestione, a conduzione familiare, è subentrata negli anni ‘90. Fieri ci mostrano una foto di come appariva la piazza delle Cure e la vista del negozio agli inizi del ‘900 quando ci passava il filobus.

Il Casalingo in via Boccaccio invece è un piccolo ristorante, recentemente rinnovato negli arredi, ma gestito dalla stessa famiglia dal 1962. Prima del ristorante, sempre ad opera della stessa famiglia, vi era una mescita di vino e prima ancora una latteria, come ricordano ancor oggi le bianche piastrelle alle pareti. Valentina, la seconda generazione, continua a portare avanti la tradizione del padre e dello zio, proponendo piatti della cucina toscana a prezzi popolari. Una vera chicca il terrazzino esterno dove poter mangiare lungo il Mugnone con la vista sul Ponte alle Riffe.

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Il giovane liutaio delle Cure

Fra tanti storici esercizi si è affacciato da qualche mese un giovane liutaio. Si chiama Tommaso Pedani e dal giugno scorso ha aperto il suo laboratorio in via Agnolo Firenzuola. “Una bella scommessa – ci racconta sorridendo –. Spinto dalla passione per la musica ho intrapreso un percorso durato tre anni a Parma. Sono arrivato a costruire gli strumenti musicali partendo dallo studio della musica, mi sono diplomato alla Scuola di Musica di Fiesole e poi mi son detto: perché non costruirla? Sognavo di aprire un mio laboratorio, non all’estero ma proprio qui, alle Cure, centro nevralgico di vita, persone e fiorentinità”.

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