giovedì, 18 Aprile 2024
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Concordia, continua l’udienza. Perito: ”L’urto era evitabile”

Continua oggi al teatro Moderno di Grosseto l'udienza per l'incidente probatorio della scatola nera della Concordia. In aula non manca Schettino che ieri è apparso piuttosto tranquillo, quasi sollevato, dopo la stretta di mano con un naufrago.

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Al via la seconda giornata dell’udienza sul naufragio della Concordia.

LA SECONDA GIORNATA. Oggi la seconda giornata dell’udienza per l’incidente probatorio della scatola nera della nave Costa Concordia naufragata al largo dell’isola del Giglio il 13 gennaio scorso. Presente anche oggi in aula l’ex comandante Francesco Schettino. È arrivato puntuale alle 9 al teatro Moderno di Grosseto, in abito grigio ed è passato attraverso l’ingresso secondario. Ha salutato con un gesto della mano gli operatori delle tv appostati nelle case vicine. Sono entrati dallo stesso ingresso anche i pm della procura di Grosseto e i periti, tra cui l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. L’ingresso secondario verrà usato per tutta l’udienza così da evitare l’assalto delle telecamere posizionate all’ingresso principale. Oggi saranno sentiti consulenti ed esperti per l’esame dei dati emersi dall’analisi della scatola nera. Domani invece sarà il momento dei carabinieri del Ris per l’ascolto delle registrazioni audio della plancia di comando al momento della tragedia. Dopo la giornata di domani potranno prendere la parola le diverse parti.

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”URTO EVITABILE”. Lo ha dichiarato l’ammiraglio Cavo Dragone: prima dell’urto contro gli scogli del Giglio per la nave “c’erano ampi spazi e tantissima acqua e tempo per accostare e portarsi fuori dal pericolo”, mentre ”la manovra dopo l’urto fu assolutamente fortuita perché la nave era senza controllo”. L’ammiraglio ha così risposto ad alcuni chiarimenti richiesti dal gip Valeria Montesarchio sulle condizioni di manovrabilità della nave e la possibile distanza di arresto nel momento dell’incidente.

L’ANALISI IN 3D. Oggi l’udienza è ripartita con una dettagliata analisi tridimensionale della falla che si aprì sul fianco sinistro della Costa Concordia. Dopo l’urto, la nave strisciò violentemente contro le rocce e la fiancata si aprì per alcune decine di metri causando il repentino allagamento dei locali e quindi provocando l’inclinazione e il conseguente semiaffondamento della Concordia. La definizione del danno è considerato uno dei punti di partenza per la discussione sulle altre criticità determinatesi nell’emergenza, fra cui la valutazione fatta dalla plancia di comando sul danno subito e i tempi di reazione dell’equipaggio a bordo e, conseguentemente, degli ordini di abbandono della nave e dei soccorsi.

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L’ECOSCANDAGLIO. Secondo quanto emerso, nelle due ore precedenti alla collisione con gli scogli de Le Scole all’isola del Giglio, sulla nave era disattivato il sistema di ecoscandaglio, che serve a conoscere in tempo reale la profondità e le condizioni del fondale marino su cui si muovono le imbarcazioni. Lo ha affermato l’avvocato Alessandro Lecci, legale del Comune del Giglio. ”I periti del tribunale hanno accertato che dalle 19.45 fino alle 21.48 l’ecoscandaglio della nave era spento”, ha detto l’avvocato, rivelando un passaggio dell’udienza di ieri. La collisione avvenne alle 21.45 del 13 gennaio.

I RISARCIMENTI. Oggi, durante la seconda giornata dell’udienza, Costa Crociere ha fatto sapere che circa il 67% dei passegeri, che si trovavano a bordo della Concordia, ha accettato i risarcimenti proposti dalla Costa. Questo risarcimento ammonta a circa quattordicimila euro per ogni naufrago. Il 23% dei passeggeri è invece ancora in trattiva e il restante 10% vuole perseguire le vie giudiziare per vedersi riconosciuto un risarcimento di gran lunga maggiore a quello proposto.

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IERI. “Andrò a Grosseto per metterci la faccia e vedere chi in questi mesi dice certe cose di me”:  aveva annunciato l’ex comandante Schettino qualche giorno fa e così ha fatto. Ieri l’udienza è durata sette ore, con una pausa di mezz’ora per il pranzo, preceduta da un’ora e mezzo di camera di consiglio del giudice Montesarchio. La camera è servita per esaminare le richieste e le eccezioni fatte dai legali, che sono state tutte rifiutate. Solo nel pomeriggio il collegio dei periti del gip ha potuto cominciare a illustrare il lavoro sulla scatola nera esaminando le conclusioni della perizia. Il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, ha definito in serata  “tranquillo” l’atteggiamento di Schettino durante l’udienza di oggi. Il procuratore con i suoi pm inchioda il comandante al massimo della responsabilità del disastro.

LA RICHIESTA DI SCHETTINO. Tra le richieste fatte dai vari legali la più eclatante è stata dell’avvocato Bruno Leporatti, difensore di Schettino: voleva che l’incidente probatorio fosse esteso al timoniere indonesiano che – visti gli audio-video della scatola nera della nave – non capì l’ordine di Schettino di virare a destra, e girò a sinistra. Il timoniere è indagato dalla procura di Grosseto da agosto ma, ha spiegato Verusio in serata, “non sembra necessario farlo partecipare all’incidente probatorio perché quando ha sbagliato a capire l’ordine di Schettino, ormai la nave era già sullo scoglio”.

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