Al via il terzo giorno dell’udienza.
LA TERZA GIORNATA. Puntuale come nelle due precedenti giornate, è arrivato questa mattina l’ex comandante Schettino al teatro Moderno di Grosseto dove si sta tenendo l’udienza per l’incidente probatorio sulla scatola nera della Costa Concordia. Indossa un abito scuro e mentre entrava dall’ingresso secondario, usato già in questi giorni, si è soffermato in strada salutando fotografi, giornalisti e operatori delle tv che si trovano in alcuni giardini privati delle vicinanze. “Buongiorno, buon lavoro a tutti” ha detto brevemente Schettino prima di recarsi in aula con i suoi avvocati e consulenti.
IERI. Durante la seconda giornata dell’udienza, ieri, è stata resa nota la telefonata che Schettino ebbe con le capitenerie di porto di Livorno alle 22.32 del 13 gennaio scorso. La telefonata risale a ben quarantasette minuti dopo che la Concordia urtò lo scoglio davanti al Giglio: “Stiamo imbarcando acqua, tanto è calma piatta”, avrebbe detto l’ex comandante. “E poi Dio ci pensi, non abbiamo problemi, dobbiamo solo mettere i passeggeri a mare, se ci mandate dei mezzi per cortesia… con molta velocità”. La telefonata è riportata nella perizia del gip di Grosseto – che è l’oggetto della maxiudienza per l’incidente probatorio – nella parte relativa alle comunicazioni tra la plancia e le autorità marittime competenti.
LA FALLA. Dalla perizia però è emerso anche che Schettino appena tre minuti dopo l’impatto con gli scogli “ha certezza di avere una falla a bordo, con una cospicua entrata d’acqua tanto da impedire l’ingresso nella sala macchine”. Schettino avrebbe dunque dovuto informare subito l’equipaggio “per permettere loro di assumere il proprio ruolo, fronteggiare l’emergenza e cooperare per la sicurezza dei passeggeri”.
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