Un fatturato che sfiora i 90 milioni di euro in un anno e una forza lavoro cresciuta complessivamente del 5%: questo il bilancio sociale di Cooplat.
IL BILANCIO SOCIALE. Sabato scorso Cooplat, la cooperativa che si occupa di facility menagement ed ecologia, ha presentato a Siena alla Certosa di Pontignano il bilancio sociale 2011. È stato un incontro con al centro il tema del lavoro e della cooperazione durante un momento di difficile crisi come quello che stiamo attraversando.
IL FATTURATO. Nonostante il periodo di crisi economica e sociale però Cooplat, durante il 2011, ha dimostrato che è possibile continuare a crescere e i dati lo dimostrano: la cooperativa di servizi, che in Toscana ha sedi operative a Firenze, Livorno, Siena, Grosseto, Pistoia e Piombino, nel 2011 registra ricavi delle vendite e delle prestazioni per 87,3 milioni di euro. Un risultato in crescita rispetto agli 85,3 milioni di fatturato del 2010. Il ‘peso’ maggiore in Toscana, dove nel 2011 Cooplat registra ricavi per 51 milioni (erano 47 nel 2010 e 43 nel 2009), pari al 59% del totale; la cooperativa ha infatti sedi anche in altri parti d’Italia come a Cagliari, Siracusa, Torino, Roma e Napoli.
LA FORZA LAVORO. Cooplat durante questo anno ha visto aumentare anche la forza lavoro del 5%: la cooperativa nel 2011 arriva a contare 1.631 soci lavoratori e 1.381 dipendenti per un totale di 3.012 addetti (1.897 donne e 1.115 uomini). Nel 2010 gli addetti tra soci e dipendenti erano 2.872. Un aumento che spicca ancor di più in Toscana: nel 2010 Cooplat registrava nella nostra regione 1.786 addetti, saliti a 1.917 nel 2011, per una crescita del 7%.
LA CRESCITA. “La crisi – trae le conclusioni il presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi – persiste e tocca anche il comparto dei servizi. Tuttavia, in un mercato che sempre più subordina i diritti, la sicurezza e la qualità del lavoro, minato dai ritardi dei pagamenti e costretto nel vicolo cieco delle gare al massimo ribasso, Cooplat riesce a crescere in fatturato, patrimonio netto, addetti e soci, rispettando i diritti fondamentali del lavoro e della responsabilità sociale dell’impresa, ispirandoci ai dettami della carta costituzionale”.”Dal mondo cooperativistico – conclude Frizzi – e dal suo modo di stare nell’economia, che antepone il valore del lavoro a quello del profitto, può arrivare la spinta per il cambiamento, l’opportunità politica di indirizzare mercato ed economia verso il bene comune”.
GLI OSPITI. Sabato la presentazione della relazione sociale di Cooplat è stata l’occasione per approfondire il tema del lavoro al tempo della crisi con un dibattito a cui hanno preso parte, oltre al presidente di Cooplat, l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini, il presidente della provincia di Siena Simone Bezzini e l’eurodeputato Leonardo Domenici. Bramerini ha affrontato il tema della Finanziaria regionale e delle misure previste per il mondo dell’impresa. “Ho chiesto – spiega – di premiare sul fronte della tassazione quelle aziende che si sono fatte promotrici di politiche attive per la tutela ambientale. Serve un cambio di passo, prima di tutto culturale, e far passare il messaggio che la green economy e l’ambiente possono essere un volano di sviluppo per uscire dalla crisi”. Sulla crisi e sulle misure che l’Europa dovrebbe mettere in campo per superarla, si è soffermato Domenici.”Questa crisi ci viene raccontata in maniera volutamente sbagliata: per risolvere i problemi nati dentro la finanza si stanno utilizzando soldi pubblici, i soldi di tutti. Infatti da crisi finanziaria è diventata crisi economica e sarà sempre più sociale”. Secondo l’eurodeputato, “la risposta dei governi conservatori si è basata su politiche di austerità a senso unico, dobbiamo trovare nei cittadini gli alleati per superare questa politica. La risposta dev’essere europea e far capo alle forze di sinistra, socialiste e social-democratiche europee”. Al centro dell’intervento del presidente Bezzini, il patto di stabilità “i cui effetti sull’economia locale – dice – sono stati sottovalutati anche dal governo dei tecnici”.