Tamponi e test sierologici per scovare il coronavirus nei luoghi della movida, dai locali notturni ai punti di ritrovo, al mare come nelle più famose città della Toscana. È questa l’idea lanciata dal governatore Enrico Rossi: uno screening volontario, a campione, lì dove la vita notturna è più presente, come nelle località balneari della regione, piene di turisti, e nelle città d’arte.
Lotta al coronavirus in Toscana e movida: l’idea di tamponi e test sierologici
Secondo la Regione, il caso della costa catalana in Spagna e i recenti casi italiani, dimostrerebbero un forte legame tra nuovi i focolai di coronavirus e la vita notturna, con positivi anche tra i più giovani, anche perché in questi contesti le distanze e le misure anti-Covid sono più difficili da mettere in pratica.
“E’ un suggerimento molto giusto che arriva dal professore Andrea Crisanti (il virologo che fa parte del team di esperti del cosiddetto ‘modello Veneto’, ndr) e mi sembra un buon modo per continuare a tracciare la diffusione del virus e prevenire lo sviluppo di nuovi focolai fuori controllo”, dice Rossi.
E i controlli negli aeroporti toscani
Intanto continua il pressing sui Ministeri dell’Interno e della Salute per un migliore tracciamento degli arrivi dall’estero, per evitare i contagi di ritorno. Non tutti i passeggeri in arrivo negli aeroporti toscani da Paesi extra Schegen compilano l’autodichiarazione, indicando il proprio stato di salute e il domicilio dove fare la “quarantena”, ossia i quattordici giorni di isolamento fiduciario. Per questo nei giorni scorsi il presidente della Regione Toscana ha minacciato di bloccare i voli dall’Albania.
Rossi propone due soluzioni: obbligo per i passeggeri dei voli di compilare l’autocertificazione al momento dell’acquisto del biglietto o prima dell’imbarco, così da poter attivare la quarantena al momento dell’arrivo da Paesi extra Schengen, oppure il controllo del passaporto per chi arriva in Italia da Paesi extra-Ue facendo scalo in Paesi dell’area Schengen.