Da oggi un drappo nero sventola dal terrazzo di Palazzo Vecchio a Firenze, sulla facciata principale, mentre le luci sulla statua del Nettuno dell’Ammannati saranno spente nella sera del 20 agosto in segno di lutto. È quanto ha deciso il Comune di Firenze: un gesto in memoria dell’archeologo siriano Khaled Asaad, decapitato dagli uomini dell’Isis in Sira.
Asaad è stato per 50 anni responsabile della “sposa del deserto”, l’antica città romana di Palmira, patrimonio Unesco in Siria, ora nelle mani degli uomini del Califfato. “Momenti di lutto come questo ci portano a riflettere su quanto il patrimonio culturale e chi se ne prende cura siano bersaglio di chi vuol colpire al cuore l’identità profonda dei popoli, perché questo rappresentano le culture”, ha commentato Cristina Giachi, vicesindaco di Firenze.
Da Firenze un messaggio di pace
“Con il convegno sull’egittologia che comincia domenica – ha continuato – speriamo che da Firenze parta un appello, che il sindaco Nardella vorrebbe rivolgere a tutti gli uomini di cultura dei Paesi musulmani, per stringersi tutti in una chiara rivendicazione di pace, conservazione e vita per i popoli e per le culture che esprimono”.