martedì, 24 Dicembre 2024
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È morto a Pisa l’endocrinologo Aldo Pinchera

Si è spento la scorsa notte nella sua casa pisana. Pinchera è stato un endocrinologo di fama internazionale soprattutto per la cura delle malattie della tiroide. È morto all'età di settantotto anni per problemi cardiaci.

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Aldo Pinchera, studioso delle malattie della tiroide, è morto questa notte a Pisa.

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LA MORTE. La tragica scomparsa è avvenuta nella notte scorsa: l’endocrinologo Pinchera si è spento la notte scorsa nella sua casa pisana all’età di settantotto anni a causa di problemi cardiaci.

LA CARRIERA. Pinchera era un endocrinologo di fama internazionale ed era riconosciuto come uno dei massimi esperti mondiali nello studio e nella cura delle malattie della tiroide. Responsabile di numerosi programmi di ricerche finanziate da enti nazionali e internazionali ha coordinato per l’Unione Europea gli studi clinici sul carcinoma tiroideo infantile post Chernobyl. All’università di Pisa era direttore della prima scuola di specializzazione in endocrinologia e malattie del ricambio.

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CONTRO L’OBESITÀ. Il suo ultimo progetto era quello di volere realizzare una città che combatte ogni giorno l’obesità. Il medico stava portando avanti questa idea insieme al comune di Pisa e il progetto era attesa di finanziamenti regionali. L’obiettivo era quello di porre la città della torre pendente tra le nazioni europee all’avanguardia nella lotta all’obesità e il miglioramento degli stili di vita. Proprio a Pisa, Pinchera aveva infatti fondato l’istituto europeo per la prevenzione e la terapia dell’obesità.

IL CORDOGLIO. Il presidente regionale Enrico Rossi ha espresso il suo cordoglio per la morte del medico: “Una perdita enorme non solo di una persona di scienza e cultura, ma anche di un cittadino illustre, di grande impegno morale e civile. Alla famiglia le più sincere condoglianze, da parte mia e di tutta la giunta regionale”. “Quando ho avuto l’opportunità di incontrarlo – ha aggiunto Rossi – ho potuto apprezzare, oltre alla sua competenza e professionalità, anche la grande disponibilità e attenzione verso gli altri. La ricerca medica internazionale dovrà fare a meno di una figura di grande rilievo che ha lasciato un’eredità fondamentale nel campo dello studio e della cura dei disturbi della tiroide”.

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