Per i neolaureati italiani trovare un lavoro (e soprattutto un lavoro stabile) è sempre più difficile: lo conferma l’ultimo rapporto di Almalaurea. E lo conferma anche Emanuele, 26enne laureato da 2 anni e mezzo in ”Chimica e tecnologia dei materiali”, che ha deciso di raccontare la sua esperienza a Il Reporter.
Ecco la sua lettera:
“Gentile redazione,
proprio ieri sera ho letto il Vs articolo circa i giovani laureati ed il lavoro e, purtroppo, posso confermare per esperienza diretta, che è la verità. Ma c’è di più. Premetto che ho 26 anni, sono laureato da 2 anni e mezzo in “Chimica e tecnologia dei materiali” con 108 e 2 anni fa ho trovato un lavoro che poco ha a che fare con la mia qualifica e le mie passioni, ma che è pur sempre un buon lavoro. Ovviamente, dopo due contratti a tempo determinato, l’azienda ha deciso di non rinnovare il rapporto di lavoro e adesso mi ritrovo nella condizione di chi, a quasi 3 anni dalla laurea, è ancora in cerca di una occupazione.
Non solo.. sono iscritto al I anno della laurea magistrale in “Ecotossicologia e sostenibilità ambientale”, pur lavorando e questa scelta viene vista dalle aziende alle quali mi propongo per lavorare, come un impedimento, sebbene sia in grado di lavorare e studiare senza particolari problemi. Ma eccoci a ciò che non viene mai detto da nessuno. A fronte dei bei discorsi dei nostri politici, che consigliano di “accontentarsi” (anche se così non è…) di fare qualsiasi tipologia di lavoro e continuare a cercare l’attività per cui si è studiato, devo constatare che qualunque tipo di azienda, sia essa artigianale o meno, non si “abbassa” ad assumere come falegname o idraulico un laureato, come se tale condizione fosse una malattia (“noi i laureati non li vogliamo”, “tanto poi vai via”.. queste sono alcune delle risposte che mi sono sentito dire) e nessuno si pone il pensiero che, probabilmente, chi richiede di poter fare l’idraulico o il falegname o l’imbianchino (anche part time) pur potendo svolgere anche altri lavori, forse è davvero motivato e sicuramente, anche se non ha esperienza, è in grado di imparare alla svelta.
Ma tant’è.. tutti vogliono gente esperta, ma nessuno “perde” tempo ad insegnarci un mestiere..soprattutto se poi, una volta che si torna a casa, ci si rimette a studiare.
Però intanto, le statistiche ci propinano che mancano panettieri, falegnami, idraulici, ecc… E’ una vergogna, tutti che si lamentano ma nessuno che si prende la responsabilità di insegnare a ragazzi che hanno bisogno di lavorare (anche per mantenersi gli studi) un lavoro, confidando nel fatto che chi ha voglia, impara prima! Quello che la gente della mia generazione percepisce è una sorta di “sbarramento” alla possibilità di costruirsi una qualsiasi tipologia di indipendenza (mutui, case.. roba da fantascienza), alla possibilità di imparare un mestiere ed a quella di potersi inventare un lavoro..
Con amarezza,
Emanuele Sbaragli”
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Quesi mestieri che nessuno vuol più fare