Un Consiglio comunale di Firenze teso sulla Gkn di Campi Bisenzio. Doveva essere e così è stato. Da una parte i lavoratori della ex Gkn che avevano occupato Palazzo Vecchio una settimana fa, dall’altra parte politici ma anche personaggi come il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze.
Le parole di Betori sulla ex Gkn di Campi Bisenzio (Firenze)
L’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, sulla ex Gkn, si è rivolto al governo. “Faccio un appello al governo, devo dire che finora mi è sembrato un po’ lontano da questa vicenda – ha affermato Betori -. Solo tutti insieme possiamo procedere, da questa vicenda si esce insieme, non da soli. Mi faccio portavoce di una frase che venne detta da Papa Francesco durante la pandemia e che vale per tutte le crisi: peggio delle crisi c’è solo il rischio di sprecarle, chiudendoci in noi stessi”. La replica è stata affidata al coordinatore della struttura per le crisi d’impresa del Mise Luca Annibaletti, secondo cui il governo è presente, un concetto ribadito anche da Walter Rizzetto, presidente della Commissione lavoro della Camera.
Il sindaco Nardella e il futuro incontro col ministro Urso
Sulla vertenza ex Gkn naturalmente c’è una parte importante legata al Governo. Perché la protesta è stata in Consiglio comunale ma in realtà è a Roma che si gioca la partita. Il sindaco Dario Nardella ha scritto una lettera al ministro del lavoro Adolfo Urso per chiedere che il governo intervenga attivamente nella vicenda. Urso ha replicato dicendo che a breve sarà organizzato un incontro e vedrà anche lo stabilimento di Campi Bisenzio.
Sullo sfondo i lavoratori che hanno ascoltato il dibattito e stasera apriranno a tutti le porte della fabbrica di Campi Bisenzio per chiedere chiarezza. “Il Consiglio comunale di Firenze ha la competenza di interrompere la calunnia, poteva farlo riunendosi dentro la fabbrica che avevamo difeso – ha detto Dario Salvetti della Rsu e del Collettivo di fabbrica della ex Gkn -. Non è stato fatto. Adesso evitiamo a 300 famiglie, già provate dalla situazione, l’ennesimo dibattito sulle loro teste”. Una settimana di altissima tensione, una occupazione. La situazione non migliorerà a breve e purtroppo a pagare sono i lavoratori.