martedì, 19 Novembre 2024
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Icché ci vah ci vole: torna il festival ”open source”

Concerti, laboratori, arte, performance e installazioni. Per tre giorni il parco di Villa Favard ospita il festival che vuole riappropriarsi degli spazi della città GUARDA IL VIDEO

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Un festival autocostruito e autoprodotto, a ingresso libero. Tre giorni di musica, arte, laboratori, performance, concerti per (ri)costruire e animare uno spazio verde di Firenze. Da venerdì 16 a domenica 18 settembre, torna “Icché ci vah ci vole”, che per l'edizione 2016 sbarca nel parco di Villa Favard, a Rovezzano.

Nella grande area verde tra via Rocca Tedalda e via Aretina sono in corso i lavori per tirare su un grande “villaggio del riuso”: tutte le strutture sono realizzate con materiali di recupero.

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I grandi bancali di legno con cui sono costruiti i palchi e l’area relax sono stati prestati da un’azienda del settore, mentre un trippaio ha donato la carta gialla delle tovaglie usa e getta per stampare i volantini. L’impianto elettrico arriva poi dal Collettivo Fabrica, che organizza a Chianciano Terme la Festa della musica.

Icché ci vah ci vole, vasto programma

Il festival mette in rete tante realtà giovanili. “Icché ci vah ci vole” fa parte dell’Estate fiorentina ed è organizzato da una miriade di associazioni : No Dump, Riot Van, Progeas Family, Fema design, Marco Castelli, Compagnia Valerio Bellini e Alma Calende con supporto di Tree Faces.

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“Questa squadra di giovani sta sconvolgendo positivamente il parco di Villa Favard – commenta il presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi nella video-intervista de Il Reporter – è anche un modo per riappropriarsi degli spazi della nostra città e per valorizzarli”.

Ogni giorno dalle nove del mattino alle due di notte si susseguiranno laboratori per grandi e piccoli, performance, concerti e tante iniziative. Un festival “aperto” alle proposte del territorio, durante il quale saranno anche costruiti alcuni arredi che resteranno al quartiere.

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A dare una mano per realizzare le strutture del festival è arrivata una squadra di rifugiti assistiti dalla cooperativa Albatros, che durante la tre giorni cureranno tre cene a tema il cui ricavato andrà a finanziare corsi professionalizzanti per gli stessi migranti. Il bar “a chilometri zero” servirà invece a finanziare il festival.

Programma e informazioni sulla pagina Facebook del Festival “Icché ci vah ci vole”.

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