Nessun rincaro per le ”bionde”, la sanità invece costerà qualcosa in più ai cittadini, con un ticket in media di 10 euro per le prestazioni specialistiche. Naufraga (almeno per il momento) il progetto delle Regioni, spalleggiato anche dal governatore della Toscana Enrico Rossi, di aumentare il prezzo delle sigarette per evitare il sovrapprezzo nella sanità.
IL CONFRONTO SLITTA. Ieri non è stato raggiunto l’accodo con il Governo, che ha rimandato la questione a dopo le vacanze: il tavolo di confronto con le Regioni tornerà a riunirsi a fine agosto. “Il Governo questa mattina ha deliberato di proseguire il confronto – ha detto il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto – è un lavoro complesso, che parte dalla rimodulazione, quindi ha bisogno di una maggiore tempistica”. Nessun riferimento esplicito però alla “tassa sul fumo”.
LE REGIONI VANNO AVANTI. Intanto i governatori, sia di destra che di sinistra, sono sul piede di guerra e vogliono proseguire sul cammino che prevede l’aumento del prezzo delle sigarette. “Le Regioni su questo punto sono compatte. Questa è una politica tipica dei paesi che hanno sistemi sanitari avanzati e sistemi fiscali maturi – ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana governatore toscano – siamo sotto la media europea per le accise sul tabacco, molto sotto i livelli di Francia o Inghilterra”.
RICORSO AL TAR. Deluso anche presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani: “il Governo non è stato in grado di fare questa scelta. Ce ne dispiace, è’ un problema per i cittadini e per il servizio sanitario”. Intanto il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato che se verrà imposta l’introduzione del ticket sulla sanità “la Regione farà ricorso al Tar e alla Corte Costituzionale”.
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