giovedì, 25 Aprile 2024
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Il ”trampolo” è una tortura? Nasce la tacco 12 comoda ed ecocompatibile

Arriva un marchio di calzature di alta qualità per rilanciare il calzaturiero toscano, grazie anche alla collaborazione dell'università di Pisa.

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Stop alle torture (e alle storte) causate da zeppe e trampoli: arriva una “vertiginosa” scarpa tacco 10 comoda ed ecocompatibile. 

IL PROGETTO. Il progetto si chiama “Eco HT-Shoes”, è finanziato dalla Regione Toscana con 1.400.000 euro ed è finalizzato alla creazione di un nuovo marchio capace di rilanciare il settore calzaturiero. Tra i soggetti coinvolti c’è anche il dipartimento di Chimica e chimica industriale dell’Ateneo pisano che, con la messa a punto di materiali trattati con nanotecnologie, ha partecipato alla realizzazione del nuovo brand di calzature. Caratteristiche della scarpa “Eco HT-Shoes” sono la sua grande adattabilità alla fisiologia e alla postura di chi la indossa, l’elevata resistenza all’invecchiamento, l’antibattericità e l’antistaticità.
 Il tutto realizzato con processi produttivi ecosostenibili.

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LA FILIERA. Il progetto, che nella parte scientifica ha coinvolto anche l’Ars Lab della Scuola Superiore Sant’Anna (per la parte ergonomica) e i Laboratori Archa di Pisa, ha individuato una filiera ben strutturata – due calzaturifici, un suolificio, un tacchificio e una conceria – localizzata nel comprensorio toscano del cuoio nel Valdarno inferiore e ha studiato tutto il processo produttivo che ha portato alla creazione della nuova scarpa. Il prossimo 4 marzo, in occasione del Micam 2012 di Milano, sarà presentata ufficialmente la collezione nata da questo progetto e che comprende scarpe di tutti i modelli, dalla ballerina al tacco 12.

MATERIALI. Il team di ricerca dell’Università di Pisa, guidato dalla professoressa Anna Raspolli, si è occupato dello studio di nuove metodologie per il trattamento dei materiali, che garantissero da un lato l’alta qualità del prodotto, dall’altro la sostenibilità del processo produttivo: “Per raggiungere il prodotto finale, abbiamo trattato i materiali con particelle nanostrutturate di rame e argento, preparate attraverso metodologie rigorosamente ecocompatibili, usando ad esempio il solvente acqua e precursori atossici”, spiega la professoressa Raspolli.

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“UNA SFIDA”. “Inoltre abbiamo dovuto studiare l’intera filiera di produzione per mettere a punto materiali, processi tecnologici e sistemi logistici che minimizzino l’impatto con l’ambiente. Questo progetto è stato per noi una vera sfida, che ci ha proiettato in un mondo diverso dai nostri abituali ambiti di ricerca, ma che ha permesso di trasferire le nostre competenze direttamente in un settore produttivo bisognoso di un forte rilancio”. Le aziende coinvolte nel progetto sono il calzaturificio Everyn di Montopoli Valdarno, il calzaturificio Maruska, il suolificio Ars-Suola, il tacchificio Giorgio e la conceria Artea.

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