Ci sono idee che travalicano i confini: anche un pezzo di stoffa può unire culture diverse. Succede a Firenze dove un giovane marchio, Waxmore, apre il suo nuovo laboratorio – showroom per mettere in mostra le creazioni realizzate da un team di donne, tra sarte, modelliste e esperte di comunicazione, a cui si sono uniti due apprendisti sarti migranti.
L'apertura
Questa boutique-officina è attiva da sabato 18 novembre 2017,presso le Nuove Botteghe di via Gioberti 61-65. Il brand è nato un anno fa da un’idea dell’antropologa e stilista Maria Cristina Manca per unire i tessuti made in Italy alle stoffe african cotton wax print, decorate con le tipiche fantasie, creando non solo vestiti, ma anche abbigliamento da lavoro e proposte per l’arredamento.
Dietro a Waxmore c’è un innovativo progetto di responsabilità sociale d'Impresa: per sei mesi, da febbraio a luglio scorsi, quattro richiedenti asilo dei centri di accoglienza di Firenze e Prato hanno seguito un percorso di formazione di 800 ore sui temi del taglio, della moda e del cucito. Le lezioni e il periodo di tirocinio hanno fornito ai giovani competenze lavorative spendibili in Italia e nei Paesi di origine.
Un progetto pilota reso possibile anche grazie alla raccolta fondi lanciata sulla piattaforma di crowdfunding Eppela dalla Fondazione Il Cuore si scioglie. Adesso due studenti, Ousman e Youssif, collaborano con Waxmore.
Lo showroom Waxmore
Il laboratorio show-room di via Gioberti è un open space dove sarti, modelliste, stilista e responsabile della comunicazione lavorano insieme ogni giorno all’insegna dell’interculturalità e dello slow fashion. Allo stesso tempo è un luogo di vendita aperto al pubblico per poter scegliere, provare e acquistare il proprio capo, anche su misura, e conoscere la storia che esiste dietro a ogni abito.
Il negozio-laboratorio di Waxmore sarà poi aperto dal martedì al sabato dalle 10 alle 20 (aperture domenicali e festive nel mese di dicembre).