giovedì, 25 Aprile 2024
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Inseguimenti, ”boxe” e colpi di testa: attenzione alla mosca delle olive

Uno studio ha esaminato forma e funzione delle pulsioni aggressive in questi insetti. Che combattono per il possesso di foglie e frutti di oliva, dando luogo a veri e propri incontri di ''boxe''.

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I boxeur che non t’aspetti.

COMBATTIMENTI. Combattono per il possesso di foglie e frutti di oliva, dando luogo a veri e propri incontri di “boxe”, composti da rapidi inseguimenti, colpi di testa, boxing acts con le zampe anteriori e movimenti alari intimidatori. Uno studio condotto da Giovanni Benelli, assegnista di ricerca presso il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa, ha esaminato comportamenti e territorialità di un insetto di grande interesse agrario, la mosca delle olive (Bactrocera oleae), delineando forme e funzioni delle pulsioni aggressive in questa specie animale. La ricerca s’inserisce nell’ambito degli studi etologici svolti presso il DiSAAA-a, con Angelo Canale, e finalizzati alla messa a punto di strategie eco-compatibili per il controllo di questo importante fitofago.

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AGGRESSIVITA’. La ricerca di Benelli, recentemente pubblicata sulla rivista internazionale Journal of Insect Behavior, ha quantificato intensità e risultati delle interazioni aggressive, dimostrando che la residenza sul territorio difeso conferisce maggiori possibilità di scacciare gli intrusi. “Tra i maschi di B. oleae, le interazioni aggressive sono funzionali al mantenimento di singoli territori nei quali intraprendere il corteggiamento delle femmine grazie a peculiari ‘serenate’ prodotte mediante la vibrazione delle ali (courtship songs) – spiega Benelli – Le interazioni aggressive femmina-femmina, possono contribuire al mantenimento di singoli siti per l’ovideposizione, al fine di garantire sufficiente quantità di nutrimento a ogni singola larva di B. oleae”.

LA RICERCA. Giovanni Benelli ha dedicato la sua ricerca a Konrad Z. Lorenz, padre della moderna etologia, in occasione dei 110 anni dalla sua nascita (1903-2013). Con la sua opera “On aggression” (1963), Lorenz ha posto una pietra miliare in quest’ambito, con particolar riferimento allo studio dell’aggressività intra- e interspecifica nei vertebrati. Come originariamente proposto da Lorenz per alcuni vertebrati, la ricerca di Benelli ha confermato il ruolo chiave dei comportamenti aggressivi per regolare la distribuzione della specie nel tempo e nello spazio, garantendo un’equa ripartizione delle risorse. Molto lavoro è ancora necessario per conoscere di più in merito a cosa scateni le pulsioni aggressive (si pensi, ad esempio, ai releasers di Tinbergen) e come queste sono ritualizzate nel corso dell’evoluzione della specie.

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