Credo che se la sua tesi fosse in qualche modo accolta avremmo un pullulare di scuole di varia ispirazione: da quelle padane a quelle buddiste, da quelle vegetariane a quelle musulmane. Ma, a parte le difficoltà di applicazione pratica, quello che proprio non mi trova d’accordo è l’impostazione teorica. Non vorrei esagerare ma questa impostazione mi sa di steccato, di recinto, persino di ghetto.
È sacrosanto che i genitori educhino i figli partendo dai propri valori, ma per questo penso che l’ambito familiare basti ed avanzi. La scuola, e io sono un convinto sostenitore di quella pubblica, credo dovrebbe essere anche un luogo di incontro, di contaminazione con realtà, esperienze culture diverse.
Questo non vuol dire che nella scuola debba essere trascurata la cultura, l’identità e persino la religione più diffusa nel nostro paese (che della nostra identità culturale è parte integrante): ma dividere i bambini e i ragazzi in base alle credenze dei genitori credo sia un grave errore.