venerdì, 22 Novembre 2024
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La storia di Michela Noli ad “Amore criminale”

Il femminicidio che il 15 maggio 2016 sconvolse Firenze: se ne è occupato “Amore criminale”, il programma di Rai 3 dedicato alle donne vittime di violenza

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Michela Noli era una donna fiorentina di 31 anni. Bella, impegnata nel suo lavoro. Una coppia normale, lei e il marito Mattia. Prima che tutto precipitasse: si stavano separando e lui non lo accettava. Per questo l’ha uccisa. Una storia che il 15 maggio 2016 sconvolse Firenze, una storia di cui si è occupato “Amore criminale”, il programma di Rai 3 dedicato alle donne vittime di violenza e femminicidio, nella sua puntata di domenica scorsa.

LA STORIA DI MICHELA NOLI

Si erano sposati due anni prima, Michela Noli e Mattia Di Teodoro. Erano andati a vivere insieme, in una casa sulle colline sopra Careggi. Lei era hostess di terra all'aeroporto di Firenze, lui, due anni più della moglie, lavorava nella casa editrice della madre. Caratteri molto diversi, un matrimonio che stava finendo. Il marito in passato aveva sofferto di problemi psichici e aveva di nuovo cominciato a curarsi. Mano a mano che lei si allontana diventa geloso, ossessivo, manifesta desideri violenti a più riprese, ne parla con gli amici.

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Il 15 maggio del 2016 Mattia convince Michela, che intanto era tornata a vivere dai genitori, a incontrarsi per un'ultima volta. Vuole restituirle una valigia e, dice, salutarsi mettendo da parte la rabbia. Lei acconsente, scende di casa e sale nella sua macchina. Appena si siede, lui blocca le portiere e parte verso una zona isolata, dove la uccide con 47 coltellate prima di suicidarsi.

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Un dramma raccontato nella puntata di “Amore criminale” andata in onda domenica 7 ottobre, attraverso le testimonianze dei familiari di Michela e dei legali che si sono occupati di questa vicenda. Il programma, condotto da Veronica Pivetti, è disponibile sul sito di RaiPlay.

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A Michela Noli, nel 2017, la città di Firenze ha intitolato un giardino pubblico, realizzato all’Isolotto in un’area verde che una volta era un vivaio, prima di rimanere abbandonata per decenni. Al centro del giardino c’è una panchina rossa sulla quale si legge: “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”.

 

 

Messaggio rilanciato anche dal sindaco di Firenze Dario Nardella, che ieri, a poche ore dalla messa in onda della trasmissione, ha voluto rendere omaggio a Michela deponendo un mazzo di fiori nel giardino intitolato a Michela. “Denunciate sempre chi vi fa del male – ha scritto Nardella in un post su Facebook –, non abbiate paura, perché la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci. In memoria delle vittime di femminicidio. In memoria di Michela”.

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