venerdì, 13 Dicembre 2024
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”Mai vista una siccità così”: l’allarme degli agricoltori toscani

Sale la preoccupazione nella regione: la siccità rischia di dimezzare la produzione di cereali. Anche il grano a rischio. Un settore che in Toscana significa 12mila aziende e migliaia di addetti. ''Anche i prezzi potrebbero risentirne''.

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Cresce la preoccupazione per la siccità: a lanciare l’allarme, questa volta, sono gli agricoltori toscani. “Mai vista una siccità così’”, assicurano questi ultimi osservando il cielo, inseguendo le nuvole e facendo zapping sul televisore tra un bollettino meteo e l’altro, per capire quando, e soprattutto se, pioverà. E’ allarme in tutta la regione: a confermarlo è Coldiretti. Anche in Toscana si è registrato, un po’ come in tutto il centro nord del paese, un dimezzamento delle precipitazioni invernali.

GRANO E CEREALI. A risentirne, già nelle prossime settimane, saranno la produzione di grano (tenero e duro) e cereali (mais e orzo in particolare), che stanno per entrare in una fase cruciale. Un settore che in Toscana significa 12mila aziende, migliaia di addetti tra lavoratori diretti e indotto, 115mila ettari e una produzione, solo di grano, intorno ai 4,5 milioni di quintali. La crescente preoccupazione per le mancate piogge va così di pari passo con il bel tempo e temperature decisamente fuori stagione che, secondo Coldiretti, avranno un drastico effetto sulla resa ad ettaro con un abbattimento del 50% della produzione. La mancanza di piogge potrebbe costare, in termini di produzione, oltre due milioni di quintali di grano per un valore tra 50 e 60 milioni di euro.

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PRODUZIONE COMPROMESSA. “Il deficit idrico accumulato è già pesante – analizza Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – se entro 15 giorni non piove la produzione di grano rischia di venire compromessa seriamente. I cereali autunno-vernini, come il grano appunto, la cui produzione in Toscana è molto importante in particolare nel pisano, grossetano, livornese, sta entrando nella fase decisiva: senza acqua la fioritura e la maturazione sono in forte dubbio. Siamo preoccupati anche per mais, girasole ed orzo: abbiamo ancora alcune settimane per affrontare il nodo della semina. La situazione non è facile”. In difficoltà ci sono anche il settore orticolo, la tabacchicoltura e l’olivicoltura. Poca acqua, poco prodotto: “Ed anche i prezzi potrebbero risentirne – spiega ancora Marcelli”.

SICCITA’ INVERNALE. In trent’anni Paolo Nacci, imprenditore di San Miniato, 550 ettari di cereali tra Castelfiorentino, Fucecchio, Santa Maria a Monte e zone limitrofe, non avrebbe mai pensato di trovarsi ad affrontare una siccità invernale: “Ho visto e vissuto più di una siccità estiva – racconta Nacci – ma venivamo da un inverno piovoso. Questa volta veniamo da un inverno con piogge molto scarse e ci stiamo dirigendo verso un’estate molto calda e con scarsissime piogge. E’ un quadro che fa paura. Il clima è cambiato”. Eppure, in Toscana, la neve di questo inverno, solo alcune settimane fa, avrebbe dovuto portare qualche beneficio. Ma non è stato così: “La neve è caduta copiosa ma il vento l’ha spazzata via – spiega ancora Nacci – E’ come se non fosse nevicato. In Toscana c’è un proverbio: ‘Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame’, che gli agricoltori conoscono bene e che spiega, con fare semplice, i ritmi secolari a cui siamo abituati. Se piove troppo il seme affonda e marcisce, se nevica al contrario, il seme germoglia bene con la primavera. Quest’anno è successo tutto ed il contrario: ha piovuto molto poco e la neve è stata spazzata via dal vento. I presupposti non sono a nostro favore. Proveremo con la danza della pioggia”.

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15 GIORNI CRUCIALI. L’agricoltura toscana ha ora 15 giorni di fronte importantissimi per capire che estate e che raccolto sarà: “Tutto si gioca nelle prossime settimane che saranno determinanti – ammette ancora Marcelli – e se non piove sarà dura per l’agricoltura. E’ evidente che serve, alla nostra regione, un piano idrico pluriennale per affrontare il cambiamento climatico che è diventato ormai la regola e con cui dovremo probabilmente convivere nei prossimi anni”. Coldiretti chiede la realizzazione di pozzi e piccoli laghetti privati nelle campagne, e pensa al recupero delle acque, pratica che è destinata a tornare di moda, e all’impiego di strumenti moderni e tecnologici per meglio distribuire ed ottimizzare la distribuzione e l’utilizzo dell’acqua per l’irrigazione dei campi: “L’acqua è l’emergenza del futuro – conclude Marcelli – dobbiamo prepararci ad affrontarla”.

Il punto: Emergenza acqua: la situazione? ”Come alla fine di un’estate di siccità”

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Le previsioni: Meteo, è primavera. Attese punte di 25 gradi

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