venerdì, 22 Novembre 2024
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Spesa al mercato: Firenze “chiude” quelli non alimentari

Nuova ordinanza del Comune di Firenze. Possono restare in attività solo le bancarelle che vendono generi alimentari di prima necessità, ma sempre seguendo le regole anti-affollamento

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Stop ai banchi del mercato extra alimentari, via libera invece a quelli che vendono cibo: lo ha deciso il Comune di Firenze con un’ordinanza che recepisce le nuove direttive del governo. L’esecutivo infatti ha chiarito alcuni passaggi del decreto sul coronavirus dello scorso 9 marzo.

Mercati rionali aperti

Nei mercati rionali fiorentini potranno quindi rimanere in attività le bancarelle di genere alimentare, purché recintate con adeguate barriere e rispettando le norme contro l’affollamento e per il rispetto della distanza tra le persone di almeno un metro. Può rimanere aperto anche il piano terra del Mercato centrale di Firenze e il mercato coperto di Sant’Ambrogio (limitatamente sempre alle attività alimentari), con ingressi contingentati per evitare assembramenti. Il primo piano del Mercato centrale è invece chiuso, per la decisione presa dagli stessi gestori.

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Non sono in attività invece i raggruppamenti turistici di bancarelle come il mercato del Porcellino e il mercato esterno di San Lorenzo.

Mercato a Firenze, le nuove regole

L’ordinanza del sindaco Dario Nardella sul commercio ambulante è in vigore da giovedì 12 marzo fino al 3 aprile. Per chi non rispetta le regole sono previste sanzioni, che nei casi più gravi possono arrivare fino all’arresto per 3 mesi.

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“In questo momento difficile è necessario attenersi alle regole per evitare il più possibile il diffondersi dell’epidemia“, dice l’assessore al Commercio e alle Attività Produttive del Comune di Firenze Federico Gianassi, che ricorda anche come queste misure siano state rese necessarie dalle nuove disposizioni del Governo. “Per questo – continua – è sospesa l’attività di quei banchi che non vendono generi di prima necessità. Viene data la possibilità di restare aperti a chi vende generi alimentari ma con l’obbligo di garantire le misure di sicurezza”.

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