“Tre – spiega Claudio Martini – gli obiettivi di una modifica che apre, prima in Italia, la nuova stagione legislativa per questo tipo di attività economica a forte ricaduta ambientale: rafforzare il legame fra ristorazione negli agriturismi e produzioni tipiche; dare più efficacia ai controlli da parte dei Comuni anche per combattere gli abusivismi; semplificare le procedure e farlo in modo così radicale che ogni imprenditore, da casa e con procedure on-line, potrà in ogni momento avviare o modificare la tipologia della sua attività, sempre però nei limiti del concetto fondante le autentiche attività agrituristiche: la prevalenza dell’attività agricola”.
Le modifiche che il governo della Toscana ha apportato alla legge di settore (la 30/2003) intendono rispondere con efficacia alla domanda, proveniente dagli operatori agrituristici, di procedure più semplici e di strumenti nuovi per una maggiore competitività sui mercati.
Viene, ad esempio, eliminato un complicato passaggio burocratico (un parere da chiedere alla Amministrazione Provinciale) in materia di “principalità” (termine tecnico che indica come, nelle aziende agrituristiche, l’attività agricola debba comunque rimanere “principale” rispetto alle altre) e di destinazione dei fabbricati esistenti: ciò è possibile perché la “fotografia” esistente di tutte le aziende agricole toscane è già disponibile tramite la banca dati di Artea (l’agenzia che regola i finanziamenti all’agricoltura).
Come conseguenza sul piano tecnico, il calcolo sulla prevalenza dell’attività agricola potrà avvenire in modo automatico (e i controlli su quanto dichiarato dagli imprenditori potranno avvenire in tempo reale, grazie al confronto con i fascicoli aziendali detenuti da Artea).
Altri aspetti tecnici di semplificazione riguardano la cancellazione dei limiti numerici relativi al numero massimo di camere e di posti letto/tavola negli agriturismi. “Questo – spiega Martini – consentirà di valorizzare il criterio secondo cui le attività agricole devono restare principali e, quindi, sia di incrementare l’attività agricola stesse che di premiare gli imprenditori più attivi”.
La nuova legge introduce, inoltre, l’obbligo di usare prodotti di origine toscana dando la prevalenza proprio a quelli di produzione aziendale. In questo modo “il biglietto da visita degli agriturismi nel prossimo futuro sarà il mangiare davvero toscano, come richiesto da tutti gli ospiti, italiani e stranieri, che frequentano queste strutture destinate dunque a diventare sempre più canali di promozione e di sviluppo dei prodotti toscani di qualità”.
Per quanto riguardi i controlli, terzo pilastro della riforma, il mandato della Regione ai Comuni è di controllare per ogni anno solare un numero elevato di strutture (almeno il 10% e il 20% dove si offre ristorazione). I controlli dovranno puntare in particolare sul permanere della prevalenza dell’attività agricola e, nella ristorazione, sull’effettivo uso dei prodotti toscani. Ciò – conclude Martini – “a garanzia degli agriturismi in regola e per combattere l’abusivismo di chi si appropria del valore aggiunto rappresentato dal marchio Toscana”.