Gli organizzatori di “Olocausto Suite” avevano preannunciato che l'evento sarebbe stato spettacolare, letteralmente, e in effetti lo è stato: richiami shakespeariani, addirittura un Amleto come “guida turistica”, una località suggestiva come San Salvi interamente smontata e poi nuovamente assemblata come un pub (“Store and Temporary Pub”), immagini del documentario di Hitchcock “The memory of the camps” e più di tremila giornali usati per creare arredamento: questi gli elementi che hanno creato un alone di mistero per i partecipanti, che hanno ricordato le vittime della Shoah in un modo sicuramente diverso sal solito.
OLOCAUSTO SUITE. Le serate sono state due, una il 27 gennaio, proprio in occasione del Giorno della Memoria, e l'altra il giorno successivo, il 28. Quest'ultima era aperta a tutti, mentre la prima era dedicata interamente a un pubblico “under 35”, ovvero a quella generazione che tavolta, per cause di forza maggiore, tende a scavare meno sotto la superficie dell'apparenza, senza interrogarsi a fondo su ciò che una giornata commemorativa possa davvero far rivivere. L'obiettivo di queste serate, organizzate dai Chille de la balanza, era proprio quello dare “una scossa” ai giovani, di proporre, attraverso le nuove tecnologie e la vecchia letteratura, un nuovo modo di vivere la Memoria.