Pitti Immagine rileva in questa decisione una visione distorta del contesto concorrenziale tra i grandi appuntamenti internazionali della moda maschile, dove Pitti Uomo – con le sue mille collezioni di qualità e di ricerca – ricopre da tempo e con successo la duplice funzione di apertura della stagione delle vendite e di piattaforma innovativa per eventi e progetti speciali dei più importanti protagonisti del fashion design e della cultura contemporanea.
FASE DELICATA. “In una fase così delicata delle economie di mezzo mondo, mentre gli organizzatori delle manifestazioni di moda sono tutti impegnati a configurare un calendario internazionale che renda più efficiente e coerente e meno dispendioso possibile il lavoro di compratori e giornalisti – dice Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine – sembra proprio che il board di BFC non si preoccupi di niente”.
RISCHI DI DISSERVIZIO. “Siamo sinceramente sorpresi – continua Marzotto – perché avevamo discusso lo scorso giugno con la direzione del BFC e sembrava che ci fossero le condizioni per un esito diverso, che riducesse i potenziali rischi di disservizio nei confronti di espositori (tra i quali ci sono molti ottimi marchi inglesi), compratori e giornalisti solitamente presenti a Pitti Uomo”.
UN ATTACCO IN PIENA REGOLA. “Di fatto è un attacco in piena regola – aggiunge Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – e non a caso la notizia viene fuori ora che Londra è più che mai sotto i riflettori di tutto il pianeta grazie alle Olimpiadi. Gli inglesi stanno facendo sul serio: le istituzioni pubbliche offrono sostegno economico, politico, logistico e promozionale al sistema della moda britannica con un forte coordinamento di tutti i soggetti coinvolti. Persino la famiglia reale si impegna. E in quei giorni i migliori spazi di Londra saranno a disposizione delle sfilate e dei saloni della moda uomo a condizioni assai favorevoli. L’Italia, Firenze e Pitti Immagine hanno tutti i numeri per contrastare e vincere questa sfida – prosegue Napoleone – a patto però che migliori decisamente e velocemente la nostra capacità di fare sistema, che intorno alla moda e ai suoi appuntamenti principali cresca un clima sociale di consenso e di consapevolezza della sua importanza”.