domenica, 22 Dicembre 2024
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Poggio e buca fa pari? No, fa male

Breve ''tour'' per le strade del centro tra buche, ostacoli e marciapiedi dissestati. Se le vie principali sono già state ''rifatte'' o sono in attesa di un restyling, la situazione è più insidiosa nelle traverse. Dove gli ammortizzatori (e i pedoni) sono messi a dura prova.

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I fiorentini lo sanno, “poggio e buca fa pari”. Soprattutto in alcune strade del centro storico e dell’Oltrarno. Oltre ai marciapiedi dissestati, un altro problema è la presenza di numerosi dossi “naturali”: sanpietrini saltati, tombini in rilievo se non infossati, che fanno sì che percorrere tragitti più o meno lunghi in auto, motorino o bicicletta sia un giro sulle montagne russe, con i pedoni costretti a esercizi di abilità fisica.

RESTYLING. In più occasioni in sindaco Renzi ha annunciato interventi per il restyling delle principali vie del centro, da completarsi tra 2012 e 2013: entro la fine di quest’anno saranno ultimati i rifacimenti di via Tornabuoni, via Cerretani e Panzani, via Martelli, piazza del Duomo e il percorso pedonale Duomo-Oblate, via delle Oche e via dello Studio, via delle Terme, via Sant’ Agostino, via della Colonna, piazza Santo Spirito, piazza dei Nerli, via Venezia, Micheli e Modena. Nel 2013 toccherà invece a via Por Santa Maria, piazza dei Ciompi e lungarno Acciaioli.

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PICCOLO E’ PEGGIO. Ma come stanno le vie meno “importanti”? Partendo dal cuore della città, ztl e corsie preferenziali permettendo, basta fare un piccolo tour (anche su due ruote) per rendersi conto che le vie più piccole sono le più insidiose. Da piazza Stazione, per raggiungere i viali, si è dirottati su piazza Adua, per proseguire in via Bernardo Cennini e ritrovarsi in via Faenza. Incontriamo Salvatore, meccanico, che da 15 anni ha qui l’attività: “Si è chiesto più volte al Comune di intervenire, qui la strada è impercorribile a causa di questi dislivelli. Spesso gli anziani inciampano, e per un disabile è impensabile usufruire di un marciapiede così stretto e rovinato”.

IL TOUR. Il tour prosegue sui viali, dove la questione buche è stata risolta, ma appena arriviamo in lungarno della Zecca per raggiungere l’Oltrarno si torna a temere per gli ammortizzatori: anche la zona di Santa Croce, in particolar modo Borgo la Croce e via Magliabechi, ci fanno sobbalzare, ma dobbiamo raggiungere San Frediano. Lungarno Acciaioli, con Ponte Santa Trinita, prova a fermarci con qualche pietra saltata, ma in tre minuti arriviamo a lungarno Santa Rosa. Si prosegue a piedi. Borgo San Frediano appare percorribile, le sue traverse meno. In via Bartolini, piazza e via del Tiratoio, spuntano tanti piccoli crateri. La signora Maria fatica ad attraversare la piazza: “Queste buche mettono alla prova la mia pazienza, son già caduta tre volte, non sono segnalate e nessuno le sistema da anni”.

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“PARTE DEL PAESAGGIO”. Per raggiungere via dell’Orto imbocchiamo via del Leone: un camioncino di Quadrifoglio, per i troppi sobbalzi, perde numerosi cartoni. “Queste buche le adoro, fanno ormai parte del paesaggio, ho anche dato loro un nome e non posso assolutamente pensare a come sarebbe un tragitto senza il loro dolce cullare”, commenta sarcasticamente Guido, in partenza con la sua moto da via del Leone. E come dice il corollario della prima legge del motociclista, “poggio e buca non fa pari, fa un poggio e una buca”.

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