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Ristoratore e usuraio: arrestato 62enne

L'uomo, un 62enne, prestava denaro a seconda delle necessità: da piccole somme (anche poche centinaia di euro) a prestiti più consistenti (centinaia di migliaia di euro), che venivano elargiti soprattutto a imprenditori o commercianti in difficoltà economiche. Tassi di interesse dal 44% all’876%.

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E’ finito in carcere accusato di usura un ristoratore di 62 anni nato a Firenze e residente in Fiesole, dopo che i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Firenze, Dott. Angelo Pezzuti, su richiesta del P.M. Dott. Leopoldo De Gregorio, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Firenze. Sei le ipotesi di usura prese in considerazione, per rapporti intercorsi con un ex imprenditore, due commercianti di oggetti preziosi, un agente immobiliare, un commerciante d’arte e un ristoratore.

UN FINTO GENTILUOMO. Le vittime si sono mostrate reticenti nei confronti delle indagini. In effetti l’uomo agiva “con il sorriso sulle labbra”, tanto da dare l’impressione di star facendo l’interesse degli altri, di essere, insomma, un vero gentiluomo. Così i suoi debitori, nel corso delle indagini, sono addirittura arrivati a parlare di lui semplicemente come un “amico su cui poter contare”.

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PRESTITI “SU MISURA”. Secondo quanto appurato dagli inquirenti, il 62enne prestava denaro a seconda delle esigenze delle “vittime”: si andava da prestiti di piccola entità (anche poche centinaia di euro da restituire in pochi giorni) per contingenti esigenze di liquidità a prestiti più consistenti (diverse centinaia di migliaia di euro da restituire in alcuni mesi) per imprenditori o commercianti in più gravi difficoltà economiche.

GARANZIE. Sempre secondo quanto appurato dalla Guardia di Finanza, l’uomo (che aveva già precedenti penali per reati di spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione e favoreggiamento personale) traeva dalla sua impresa parte della liquidità necessaria per i rapporti usurai. A garanzia del prestito erano consegnati assegni post datati, comprensivi di interessi, che erano messi all’incasso tramite persone compiacenti oppure girati ad altre persone che ne avevano bisogno.

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INTERESSI. Ogni volta che era richiesta una proroga del prestito, l’usuraio stabiliva un nuovo piano di ammortamento con rate sempre più alte. I tassi di interesse riscontrati andavano dal 44% all’876% (per un iniziale prestito di 21.500 euro, ad esempio, l’usuraio aveva richiesto il pagamento, entro pochi mesi, di 25.000 euro e 1.800 euro in contanti alla scadenza del termine, non avendo l’usurato estinto il suo debito). In alcuni casi, le vittime erano costrette a garantire il prestito con contratti preliminari di vendita di immobili, ovvero con polizze di pegno su gioielli di valore (in alcuni casi anche per un valore doppio rispetto a quanto dovuto). In un caso – spiega la Gdf – si è anche accertato il progressivo e totale depauperamento del patrimonio di un usurato. Un imprenditore che all’inizio del 2000 aveva chiesto un prestito di 200 milioni di euro (con un tasso di interessi del 120%), tra dilazioni e ricalcolo degli interessi (sugli interessi), a metà del 2010 aveva consegnato nelle mani dell’usuraio oltre 300 milioni e due appartamenti, risultando ancora debitore della somma di 80.000 euro. In un altro caso, a fronte di un prestito di 95.000 euro, da restituire dopo un mese, sarebbero stati pattuiti interressi pari a 20.000 euro, garantiti da un contratto preliminare su un immobile sito in Firenze (Via Romana).    Nei confronti di soggetti che erano restii a pagare o che non erano puntuali nel consegnare il denaro scattavano subito le intimidazioni.  Nei confronti dell’uomo, che è stato portato a Sollicciano, sono in corso ulteriori accertamenti, per accertare quanto del suo patrimonio immobiliare e mobiliare provenga dall’illecita attività.

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