Un uomo giovane senza maglietta, in pantalocini corti. Si siede acquattato dietro a una “tenda” fatta con panni rosa e azzurri. Sembra che si stia vestendo. Si mette una maglietta nera. Poi scompare di nuovo dietro al “separè” di cenci.
un accampamento nel silos delle bici
Accade di mercoledì mattina, intorno alle 11, all'interno del silos per le biciclette della stazione di Santa Maria Novella, a due passi dal viavia di pendolari e turisti. Un cantiere fermo da mesi, un buco nero di sudicio e lamiere diventato un rifugio per i senzatetto. È lì che il giovane dorme? È quella la sua casa? A vedere l'accampamento che le rampe del silos sono diventate sembrerebbe di sì.
Basta girare il naso all'insù da uno qualsiasi dei piani del parcheggio sotterraneo per rendersi conto che il cantiere è abitato. Il silos è recintato con la rete arancione tipica dei “lavori in corso”. Ma ai livelli più alti, poco sotto il pian terreno, qualcosa – o meglio qualcuno – si muove. Perfettamente a suo agio, persino in desabillè. Proprio come se fosse a casa sua.
e c'è chi dorme tra le rastrelliere
Non solo le rampe. “Abitato” anche il parcheggio per le biciclette vero e proprio. Quello da oltre seicento posti inaugurato lo scorso anno dall'allora sindaco Matteo Renzi in occasione dei Mondiali di ciclismo e da quel momento mai entrato in funzione. La colpa pare che sia proprio del silos. La ditta incaricata dei lavori è stata travolta dalla crisi e ha lasciato i lavori a metà. Grandi Stazioni potrebbe prendere in mano le redini del cantiere, ma ciò sembra che obbligherebbe la società di Ferrovie ad accollarsi le pendenze della ditta.
Anche tra le rastrelliere nuove di pacca c'è chi si fa un pisolino. Nella penombra si intravede la sagoma di un uomo a terra, scarpe da tennis e ginocchia sollevate. Tra i passanti qualcuno si chiede se stia male. Intorno all'uomo dei panni, sembrano coperte.
un cantiere pieno di rifiuti
Non vanno meglio le cose in superficie. Il cantiere, che spunta in mezzo alla spianata brulla di piazza stazione, è circondato da lamiere. Su qualcuna sono affissi pannelli colorati con la scritta Bicipark e il disegnino di persone in sella, sembrano quasi ironici. Escrementi, bottiglie rotte, cartacce. Intorno al cantiere c'è di tutto.
Ma il bello viene quando ci si affaccia. La bocca del silos, un buco a cielo aperto che quando piove – ha denunciato più volte la Firenze Parcheggi – fa allagare il parcheggio sotterraneo, è circondata da sacchi di sudicio stracolmi accatastati uno sull'altro, ombrelli rotti, c'è anche il cestino di una bici. Sopra a tutto, la puzza di pipì. Non proprio il miglior biglietto da visita per accogliere chi arriva in città dalla stazione.