Dopo una settimana di polemiche sono state consegnate le Chiavi della città di Firenze ad Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri. Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha detto che si è tratto di un gesto istituzionale. Le Chiavi della città sono state consegnate perché Tajani, ha aggiunto Nardella, prima come presidente del Parlamento europeo e ora come ministro si è sempre battuto per i valori europei. Nardella ha definito “pretestuosa” la polemica.
Chiavi della città di Firenze a Tajani, le reazioni dei consiglieri
Non tutti hanno preso bene la consegna delle Chiavi della città di Firenze a Tajani, avvenuta ieri, 30 gennaio. Della giunta, alla cerimonia, erano presenti gli assessori Sara Funaro, Benedetta Albanese e Giovanni Bettarini. Gli altri assenti, qualcuno per motivazioni lavorative, altri per scelta. E per quanto riguarda i consiglieri soltanto Barbara Felleca di Italia Viva, tra la maggioranza, è andata alla cerimonia. Va detto, tuttavia, che diversi consiglieri sono rimasti in aula perché in contemporanea c’era il Consiglio comunale.
La seduta del Consiglio
Anche questo aspetto, la contemporaneità del Consiglio comunale con la cerimonia di consegna delle Chiavi della città di Firenze a Tajani, ha irritato qualche consigliere. La seduta mattutina era stata fissata per votare la delibera col diniego dello stralcio delle cartelle esattoriali. Delibera che è stata approvata, nonostante il fatto che Iv si sia astenuta (mentre in giunta Titta Meucci aveva votato favorevolmente). A votazione conclusa e prima della discussione degli ordini del giorno il consigliere Fdi Jacopo Cellai ha chiesto una sospensione dell’assemblea per andare alla cerimonia. La mozione d’ordine è stata messa ai voti ed è stata votata in modo contrario dal Pd. Da lì sono partite diverse polemiche.
Intanto Tajani, a Firenze già dalla prima mattinata, ha detto di aver accolto questo premio delle Chiavi “con entusiasmo e un segno di riconoscenza di questa meravigliosa città italiana ed europea. Sono anche un po’ commosso”.