Uno studio statistico e scientifico per capire la diffusione del coronavirus in Italia. È partito lo screening nazionale attraverso 150 mila test sierologici, ossia analisi del sangue per controllare se si è stati esposti al virus Covid-19, che interesserà un campione di cittadini selezionato dall’Istat: i volontari della Croce Rossa italiana stanno iniziando a contattare via telefono le persone individuate dall’Istituto nazionale di Statistica.
Il progetto servirà a mappare la diffusione del nuovo coronavirus e in particolare a quantificare il livello di asintomatici, tutte quelle persone che finora hanno contratto l’infezione senza avere i sintomi della malattia ma che hanno sviluppato gli anticorpi. Da questo monitoraggio potranno venire fuori dati importanti per studiare le future misure di contenimento e per approfondimenti scientifici: dalle fasce di età più colpite agli impieghi più a rischio contagio.
Test sierologici della Croce Rossa sul Covid-19
Non sarà possibile quindi richiedere questo test sierologico, ma si potrà rientrare nell’indagine sulla sieroprevalenza solo se selezionati. I 150 mila nominativi sono stati individuati dall’Istat, in base a 6 classi di età, al genere e al lavoro svolto e i cittadini saranno ora contattati sul telefono cellulare dai volontari della Croce Rossa Italia, 7mila quelli coinvolti tra il call center e gli ambulatori. Dopo essere stati sottoposti a un questionario, curato da Istat e dal Comitato tecnico scientifico, verrà fissato il prelievo del sangue in uno dei laboratori selezionati del territorio o a domicilio nel caso di soggetti fragili. Secondo le prime stime le analisi dovrebbero concludersi nel giro di due settimane.
Test sierologico per il coronavirus: è gratis o a pagamento? È obbligatorio?
I test sierologici disposti a livello nazionale per questa indagine epidemiologica sono gratuiti, totalmente a carico del servizio sanitario nazionale, e non c’è l’obbligo di sottoporsi all’esame: “Partecipare non è obbligatorio – spiega la Croce Rossa sul proprio sito – ma conoscere la situazione epidemiologica nel nostro Paese serve a ognuno di noi.
A ogni cittadino che parteciperà al monitoraggio sarà assegnato un numero di identificazione anonimo, in modo tale che i dati personali (e la privacy) siano tutelati. I risultati dell’indagine saranno diffusi in forma anonima e i dati saranno comunicati in forma aggregata. Le Regioni comunicheranno poi a ogni cittadino l’esito dell’esame. E se il test sierologico risultasse positivo? L’utente sarà messo in isolamento temporaneo a casa e poi sottoposto al tampone per capire se il virus è ancora in circolo (e quindi se si è ancora contagiosi).
Dove viene fatta l’indagine sulla sieroprevalenza del Covid-19
In tutto sono coinvolti 2 mila comuni in tutta Italia. La Lombardia è la regione con il campione più numeroso, ben 30 mila persone, seguita dal Veneto (13 mila), dall’Emilia Romagna (12 mila) e da Campania, Lazio e Sicilia (11 mila a testa). Alcune Regioni, come la Toscana, si sono già mosse con campagne a tappeto di test sierologici tra i lavoratori che hanno continuato ad operare durante il lockdown, come professionisti sanitari, addetti dei supermercati e giornalisti.
Come funziona il test sierologico
Come spiegato in questo articolo, c’è una grossa differenza tra il tampone e i testi sierologici: questi ultimi servono a misurare il livello di anticorpi presenti nel sangue sviluppati a seguito dell’esposizione al nuovo coronavirus Covid-19 (anche in modo asintomatico). In sostanza una semplice analisi riesce a stabilire se si è contratta l’infezione in passato. Per essere certi che il virus sia ancora attivo è necessario però sottoporsi al tampone.