Ecco il bilancio del secondo semestre 2012 sul commercio estero della Toscana.
IL RALLENTAMENTO. Lo fa sapere Unioncamere Toscana: tra aprile e giugno 2012 rallentano decisamente le esportazioni della nostra regione, con una crescita del +7,6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente – +5,1% al netto dei metalli preziosi – risultato comunque migliore rispetto al dato nazionale, che tra aprile e giugno si è fermato al +3%. Le aree di mercato più dinamiche sono quelle Extra-UE (+6%), mentre nei mercati dell’Unione Europea la crescita si ferma al +1%, come riflesso dell’andamento decisamente negativo della domanda di beni.
LA TOSCANA NEL MONDO. L’andamento delle esportazioni in Asia (+33,1%) fornisce il contributo alla crescita regionale più sostanzioso: la crescita delle vendite regionali in Medio Oriente (+70,4%) è determinata soprattutto dalla accelerazione nei flussi commerciali con gli Emirati Arab, mentre gli altri paesi asiatici vedono nel trimestre un ritmo di crescita del 16,5%, grazie al buon andamento di India (+49,9%), Giappone (+37,7%), Corea del Sud (21,4%), Hong Kong (10,8%).
VENDITE NEGATIVE. Tra i paesi dell’Unione, andamenti particolarmente negativi si registrano per le vendite in Austria (-14%) e Regno Unito (-9,5%), mentre fra i paesi europei non appartenenti all’Unione si conseguono risultati positivi sul mercato russo (+11,5%) e su quello turco (+6,6%).
IN AMERICA SI VA GIÙ. Dopo la crescita registrata negli ultimi due trimestri, l’andamento delle esportazioni toscane dirette nel continente americano subisce, tra aprile e giugno 2012, una brusca frenata (-7,3%), dettata soprattutto dalla diminuzione delle esportazioni verso i paesi dell’America centro-meridionale, che passano in terreno pesantemente negativo (-19,5%.).
I SETTORI FORTI. Rimangono in positivo le esportazioni di beni di consumo, con particolare riferimento alla componente dei beni durevoli (+23,4%), grazie ai contributi di oreficeria (+33,5%) e mobili (+3,4%); in forte rallentamento ma comunque in aumento le vendite di beni non durevoli (+4%), un andamento pressoché interamente determinato dagli incrementi dei settori cuoio-pelletteria (+8,3%).
LA REGIONE E LA NAZIONE. Le importazioni regionali rimangono, rispetto al -6,9% nazionale, ancora in positivo (+5,9%) solo grazie ai forti incrementi negli acquisti di prodotti energetici di base (-0,9% il dato al netto dell’import di petrolio greggio e gas naturale). Il picco negativo degli acquisti di prodotti intermedi (-10,7% al netto dei metalli preziosi) sottolinea che la produzione industriale è in ulteriore pesante arretramento per quasi tutti i settori manifatturieri.
LA PAROLA AL PRESIDENTE. Il presidente di Unioncamere Toscana ha commentato così questo bilancio: “Questi dati non ci sorprendono, vista la crisi dei consumi mondiali e il crollo della fiducia diffuso cui si assiste. Ponendosi nell’ottica del “bicchiere mezzo pieno”, i dati rivelano che ci sono diverse aree di mercato dove i nostri prodotti più innovativi e a maggiore valore aggiunto hanno ancora dinamiche diffusamente positive, e dove occorre concentrare il nostro impegno e le nostre forze”.