E’ stato effettuato oggi l’annunciato sgombero di Villa Cherubini, struttura di Prosperius dove era in corso un’assemblea permanente dei lavoratori, la cui cassa integrazione scade a dicembre. Senza che per ora si sia trovata una soluzione per le 60 persone che si ritroveranno senza stipendio.
SOTTO SFRATTO. Prosperius è sotto sfratto dalla Villa ormai da 7 anni, da quando cioè la congregazione delle Piccole figlie di Maria, proprietaria dell’immobile, ha deciso di riprenderselo. Lo sfratto esecutivo è stato rinviato ben 18 volte, finché la scorsa estate i lavoratori (per la maggior parte donne con figli a carico) hanno firmato un accordo per fissare la data della liberazione dell’immobile al 2 novembre. Nella speranza di raggiungere un accordo anche con il datore di lavoro. Compromesso che però non è arrivato.
NUOVA SISTEMAZIONE. Abbandonata l’idea di rilevare l’ex ospedale di Poggio Secco, attualmente occupato da un centinaio di persone, soprattutto di origine straniera, le attività di Prosperius avrebbero dovuto trasferirsi nella grande struttura di via San Domenico, i cui lavori però sono stati a lungo bloccati per presunti abusi (tra cui lo sbancamento della collina di Fiesole). Per ora, dunque, non si intravede nessuna soluzione immediata della vicenda. E i lavoratori avevano dato vita ad una sorta di occupazione da circa una settimana.
LA NUOVA STRUTTURA BLOCCATA. “A niente sono serviti l’accordo con la Regione Toscana a suo tempo firmato, né le rassicurazioni del sindaco e dell’assessore Saccardi, atti con i quali le istituzioni locali si erano impegnate a trovare una soluzione per trasferire in altra struttura le attività e trovare una soluzione lavorativa per i dipendenti in mobilità – dichiarano Marco Stella e Stefano Alessandri, consiglieri comunali Pdl, in una nota di solidarietà –. Su tutta la vicenda aleggia e pesa come un macigno il destino della costruenda struttura di San Domenico per la quale i dubbi di presunti abusi edilizi hanno ritardato i lavori e la messa in esercizio segnando così il destino di gran parte dei dipendenti di Villa Cherubini. Né si è riusciti a trovare il benché minimo accordo con la proprietà per differire lo sfratto di quel tanto che era necessario ad ultimare le verifiche sulla legittimità dell’intervento edilizio alle pendici di Fiesole e ed i lavori ancora da compiere”.
“La commissione urbanistica del Comune – hanno concluso Stella e Alessandri – riprenda in mano la pratica e lavori per capire se esistano i margini per sbloccarla in tempo utile”.