In questi luoghi l’artista e la sua idea poetica risiedono, nella durata della visione ma prima ancora nel tempo della creazione. E così ogni visione declina le sue forme e i suoi linguaggi passando da un laboratorio artigiano di falegnameria alla Sala del Fiorino di Palazzo Pitti, dall’ex Cinema Teatro degli Artigianelli alla Sagrestia della Chiesa di S. Spirito, dalla Sala degli Scheletri del Museo di Storia Naturale La Specola alla Cappella Brancacci e alla Chiesa di Santa Felicita. E naturalmente Cango, luogo centrale del Festival, centro propulsivo e generativo dei percorsi che da esso si dipanano e irradiano nella geografia creativa, poetica, artistica e artigiana dell’Oltrarno di questo Atelier 2008.
A Cango trovano spazio, anzi luogo significante, gli spettacoli scelti per questa terza edizione: 4 progetti che, attraverso differenti e originali declinazioni, indagano e sanciscono la relazione tra danza e musica. Dalla nuova coreografia firmata da Virgilio Sieni alle performance di Jonathan Burrows e Matteo Fargion, fino agli esperimenti ispirati al tema “Adamo ed Eva” e messi in scena nella Sala del Fiorino di Palazzo Pitti, nel Salone degli Scheletri della Specola e nel Saloncino Goldoni a Cango.
Nella sagrestia della chiesa di Santo Spirito invece prende vita la performance “Grande adagio all’imbrunire”, interpretato da un gruppo di uomini e donne dai 65 agli 80 anni che si muovono nello spazio incrociando gli sguardi in un gioco di lentezza ed ascolto. Il programma intero su www.cango.fi.it