Sarà “Il malato immaginario” di Gabriele Lavia, presente alla conferenza stampa del 5 agosto, ad aprire la stagione, dopo un periodo di prove alla Pergola (alcune aperte al pubblico) che ripristinerà un’antica tradizione di preparazione degli spettacoli nel Teatro Massimo; mentre Luigi De Filippo offrirà una versione partenopea dell’”Avaro”. Shakespeare sarà il cavallo di battaglia della coppia Gravina-Siravo, con la loro “Bisbetica domata” trasposta da Pugliese nell’Italia anni Sessanta, e di Umberto Orsini con la “Tempesta”. La rubrica dei grandi autori prosegue con due Goldoni: “La bottega del caffè” del Carcano e “La locandiera” riletta da Elena Bucci e Marco Sgrosso. Non poteva mancare Luigi Pirandello, in accezione però diversa dalle solite proposte. Tato Russo rilegge le pagine del “Fu Mattia Pascal”; Giancarlo Cauteruccio aggiunge una tappa importante al proprio lavoro di ricerca informando delle sue visioni “Uno nessuno e centomila”, interpretato dal fratello Fulvio. Grandi prove d’attore sono quelle di Franco Branciaroli impegnato nei panni di “Don Chisciotte” e di Luca Zingaretti con la sua “Sirena”. C’è Maurizio Scaparro, che nell’ambito della sua riflessione sui centocinquanta anni dell’Unità d’Italia propone “Lo sbarco dei Mille”, cronaca garibaldina estratta dai diari di un osservatore diretto e famosissimo, lo scrittore Alexandre Dumas; c’è Giorgio Albertazzi, nei panni istrionici e tormentati di “Picasso”. C’è un filone di commedia, che parte da “Spirito allegro”, nuovo duetto Caprioglio-Tedeschi, e prosegue con lo spettacolo di Capodanno, il classico napoletano “I casi sono due” portato in scena da Carlo Giuffrè; prosegue con “Cena a sorpresa” di Neil Simon (qui la coppia è Pambieri/Zanetti), con “Le signorine di Wilko” diretto dal regista lettone Alvis Hermanis e con “Un ispettore in casa Birling”, recitato da Paolo Ferrari e Andrea Giordana. Quattro particolari sottolineature chiudono il cerchio della stagione. “Il principe della gioventù” darà modo di celebrare la figura di artista completo di Riz Ortolani, a cui si affiancano Ugo Chiti, qui librettista, e il regista Giuliano Peparini; allo spettacolo, dedicato alla Congiura dei Pazzi e quindi particolarmente legato alla città di Firenze, sarà abbinata anche una mostra di costumi e di manifesti delle pellicole musicate dal Maestro. Tocca a Roberto Toni portare sulla scena il celebre esordio cinematografico di Marco Bellocchio, I pugni in tasca, che scosse la torpida Italia del boom economico. In scena il figlio di Bellocchio, Pier Giorgio, e Ambra Angiolini, ormai collaudata attrice. L’impegno civile è affidato a “Per non morire di mafia”, testo di Pietro Grasso drammatizzato da Nicola Fano e affidato alla potenza attoriale di Sebastiano Lo Monaco. L’ultimo spettacolo del cartellone celebra poi un anniversario importante, quello del centenario della nascita di Diego Fabbri (mentre i 30 anni dalla morte ricorreranno il prossimo 14 agosto). In questa occasione Maurizio Panici riallestisce “Processo a Gesù”, che debuttò nel 1955 al Piccolo con la regia di Orazio Costa, altro nome che lega strettamente questo testo al Teatro della Pergola.
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