Non è riuscito a trattenere le lacrime Gabriel Omar Batistuta al termine della proiezione del film docu-film “El Numero Nueve” che lo vede protagonista. Nel lavoro scritto e diretto da Pablo Benedetti e prodotto da SenseMedia, Batigol si racconta in un dialogo aperto e sincero con lo spettatore, svelando aneddoti sconosciuti legati alla sua vita personale e alla sua carriera, dagli albori alla consacrazione del mito.
L’attaccante è quindi tornato a Roma, la città a cui ha regalato lo scudetto del 2001, per presentare il suo docu-film ad Alice nella Città, la sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma, tra una folla di tifosi e curiosi che lo hanno elogiato e sostenuto per l’intera presentazione. A cominciare dallo sketch con l’amico Carlo Verdone che ha chiesto al Re Leone di svelare quale fosse stato il goal più bello della sua carriera e chi fosse il difensore maggiormente temuto. Bati, avvolto dall’alone dell’emozione, ha raccontato della rete che segnò contro l’Arsenal a Wembley nel 1999 ed ha svelato che i calciatori che gli hanno dato più filo da torcere, sicuramente sono stati Maldini e un “anziano” – come lo ha definito lui – Baresi.
Il film su Gabriel Batistuta
Ma nel film non si parla solo del campione Gabriel Batistuta, anzi è preponderante la storia dell’uomo, del marito innamoratissimo della sua inseparabile moglie Irina e del padre di famiglia dei suoi quattro ragazzi. Perché come ha commentato lo stesso protagonista “La gente con questo film scoprirà un altro Bati, o meglio un mio lato sconosciuto, quello più personale. Durante la mia carriera ho cercato il più possibile di stare lontano dal gossip per tutelare me e la mia famiglia. In questo film invece traspare la mia vera storia, fatta di sacrifici, di rinunce, ma anche di tenacia per raggiungere gli obiettivi e di professionalità. Ho sempre vissuto – ha continuato a raccontare il campione – le partite di calcio con un forte senso di responsabilità nei confronti dei tifosi che pagavano un biglietto per venire a vedere la loro squadra e di conseguenza ho sempre sentito la necessità di dare il massimo per non deludere le loro aspettative.”
L’operazione alla caviglia e le sfide del Re Leone
Niente e nessuno lo hai mai fermato, neanche quel suo problema al ginocchio prima e alla caviglia dopo, perché la sua voglia di mettersi in gioco e di dare il massimo per la sua squadra lo ha sempre reso un “incosciente” che non ha mai mollato.
Solo l’imbarazzo per le sue lacrime scroscianti dopo la proiezione de “El Numero Nueve“, lo hanno obbligato a lasciare la sala gremita di persone che si sono commosse insieme a lui, perché la verità è che dietro a quel Re Leone, c’è l’umiltà di un grande uomo che ha lottato duramente per apprezzare il meritato successo.