sabato, 23 Novembre 2024
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Una tantum 2023 per dipendenti pubblici statali. E per gli enti locali?

A fine anno busta paga più pesante per il pubblico impiego, ma non per tutti. I dipendenti degli enti locali, con molta probabilità, resteranno esclusi dal bonus

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Mentre si tratta sugli aumenti per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, a fine 2023 gli stipendi saranno più pensanti per effetto del bonus una tantum, un’indennità automatica per gli statali, ma facoltativa per gli enti locali. Il governo Meloni, con il decreto legge collegato alla legge di bilancio, ha messo a disposizione 8 miliardi di euro. In attesa dell’accordo sul Ccln del pubblico impiego, per far fronte da subito all’incremento dell’inflazione in busta paga arriverà un anticipo. Ci sarà però una disparità di trattamento. Per i lavoratori della pubblica amministrazione centrale (come anche per la scuola e il comparto pubblica sicurezza) scatterà sicuramente, mentre per quelli di Comuni, Regioni e simili dipenderà dalla disponibilità dei fondi nei bilanci degli enti locali.

Una tantum per i dipendenti pubblici statali: quando il pagamento in busta paga? La tabella dell’importo

L’una tantum prevista per i dipendenti pubblici è il pagamento dell’anticipo dell’indennità di vacanza contrattuale per tutto 2024: questo significa che il bonus sarà pagato una sola volta a dicembre 2023 e non riguarderà gli aumenti degli stipendi, che invece saranno decisi con il rinnovo del contratto. Il pagamento avverrà nell’ultima busta paga dell’anno in corso, prima della tredicesima, e riguarderà i dipendenti a tempo indeterminato. Come detto questo succederà in automatico solo per gli statali che dipendono dalla pubblica amministrazione centrale.

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Secondo quanto reso noto dal ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo durante l’incontro con i sindacati dei dipendenti pubblici, l’importo del bonus una tantum di dicembre 2023 per gli statali sarà in media di 900 euro. Entrando nel dettaglio, il decreto legge n°145 del 2023, collegato alla manovra finanziaria, definisce questa cifra moltiplicando per 6,7 l’importo del bonus una tantum già pagato in busta paga in base alla legge 234 del 2021.

Il Sole 24 ore ha pubblicato una tabella, simulando l’importo del bonus una tantum di dicembre 2023 per diverse tipologie di statali, dalla scuola ai dirigenti:

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  • Dirigente prima fascia (ministeri e agenzie fiscali), una tantum 1.939 euro
  • Dirigente seconda fascia (ministeri e agenzie fiscali), una tantum 1.516 euro
  • Funzionario elevato (ministeri e agenzie fiscali), una tantum 1.220 euro
  • Funzionario medio (ministeri e agenzie fiscali), una tantum 845 euro
  • Impiegato (ministeri e agenzie fiscali), una tantum 778 euro
  • Operatore (ministeri e agenzie fiscali), una tantum 661 euro
  • Dirigente scolastico, una tantum 1.516 euro
  • Docenti scuola superiore (alta anzianità), una tantum 1.228 euro
  • Docenti scuola superiore (bassa anzianità), una tantum 829,19 euro
  • Docenti scuola media (alta anzianità), una tantum 1.168 euro
  • Docenti scuola media (bassa anzianità), una tantum 829 euro
  • Maestro elementare (alta anzianità), una tantum 1.056 euro
  • Maestro elementare (bassa anzianità), una tantum 765 euro
  • Collaboratore scolastico (alta anzianità), una tantum 749 euro
  • Collaboratore scolastico (bassa anzianità), una tantum 595 euro

E il bonus una tantum per i dipendenti pubblici degli enti locali?

Il problema riguarda però i dipendenti pubblici degli enti locali (Comuni, Regioni e via dicendo), anche loro in attesta degli aumenti di stipendio per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, ormai scaduto. Se gli statali che fanno capo alla pubblica amministrazione centrale vedranno a dicembre 2023 il pagamento del bonus una tantum per “sterilizzare” in parte l’inflazione, quelli delle funzioni locali saranno in larga parte esclusi.

Il decreto legge del governo stabilisce infatti che gli enti locali hanno la facoltà di erogare l’una tantum, sempre con lo stesso calcolo dell’importo dei colleghi dipendenti statali “diretti”, ma attingendo le risorse dai propri bilanci. La questione sta proprio qui: non ci saranno fondi aggiuntivi da parte dello Stato e quindi molti enti locali, con i bilanci già chiusi, non potranno far fronte a una tale spesa e non erogheranno il bonus.

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Il rinnovo del contratto degli statali

L’una tantum di dicembre 2023 apre così il confronto con i sindacati sul rinnovo dei contratti nazionali di lavoro (ccnl) delle Funzioni centrali, della scuola e degli enti locali: in ballo ci sono aumenti di stipendio del 6%, con un incremento medio di 170 euro lordi mensili. Il percorso però è ancora lungo e tutto in salita. L’anno scorso furono definiti, in grande ritardo, i rinnovi contrattuali per il triennio 2019-2021. Adesso il ragionamento è sull’orizzonte temporale che va dal 2022 al 2024, con un quadro economico completamente diverso rispetto al passato, a partire dall’inflazione che è tornata a salire.

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