martedì, 19 Novembre 2024
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Gianni Colombo alla Galleria Il Ponte

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All’interno di questo capovolgimento di fronte, che ha coinvolto e influenzato gran parte dell’arte contemporanea, si inserisce la retrospettiva dedicata a Gianni Colombo dalla galleria Il Ponte ad apertura della stagione autunnale, attraverso un nucleo di oltre venti opere che ripercorrono i momenti salienti del percorso dell’artista. Dai Rilievi intermutabili e dalle Strutturazioni pulsanti (1959), attraverso le Strutturazioni fluide (1960), le Cromostrutture (1961-70), le Strutturazioni ritmiche (1964-70) e gli Spazi elastici (1974-77), fino agli Spazi curvi (1990). E’ un racconto sintetico dove per gli ambienti percettivi vengono presentati attraverso alcuni modelli progettuali che, a distanza di oltre quarant’anni, rappresentano sicuramente gli elementi di maggior ascendenza sul successivo sviluppo dell’arte.
Gianni Colombo nasce a Milano nel 1937. Frequenta i corsi di pittura tenuti da Achille Funi all’Accademia di Belle Arti di Brera. Degli anni Cinquanta gli esordi, a cominciare dai lavori in ceramica per il Concorso Nazionale di Faenza e la Mostra Nazionale di Gubbio (presentati dal 1955 al 1961). Sensibile al lavoro dei nuclearisti, alla ricerca di Lucio Fontana e degli spazialisti, nel 1959 fonda il Gruppo T – con Giovanni Anceschi, Gabriele De Vecchi e successivamente Grazia Varisco – che progetta un’arte cinetica, programmata, ottica, dove il nuovo protagonista dell’opera è lo spettatore. Nel 1959 espone lavori polimaterici e rilievi monocromi in feltro alla Galleria Azimut di Milano – al centro di un fervore artistico di livello europeo. Le sue prime opere cinetiche animate elettromeccanicamente: Superfici in variazione, Rilievi intermutabili, Strutturazioni pulsanti, sono esposte nella personale Miriorama 4 del ’60 alla Galleria Pater. L’idea dell’opera “aperta” con la quale lo spettatore entra direttamente in contatto diventa il suo tema costante. Ambienti praticabili e opere che vanno ad interferire sullo stato psico-fisico del fruitore sono i protagonisti di importanti esposizioni pubbliche, tra cui Strutturazione cinevisuale abitabile al Musée des Arts Décoratifs del Louvre, Parigi (1964) e Strutturazione cinevisuale ambientale per Nova tendencija a Zagabria (1965). Degli stessi anni, After-Structures, Roto-Optic, After-Points sono sperimentazioni attraverso giochi di luce di strutture a movimento rapido e immagini create da flash ritmici. Tra gli innovativi ambienti Spazio elastico del 1967, presentato in occasione di Trigon 67 a Graz, dove una rete volumetrica mobile i cui fili elastici, azionati da motori e fosforescenti per le lampade di Wood, determina una percezione dello spazio per ognuno diversa. Biennali (San Paolo, Brasile; Venezia, XXXIV, 1968 – col premio per la pittura) e mostre internazionali (Documenta 4, Kassel) lo vedono protagonista durante gli anni Sessanta, cui si legano un continuo susseguirsi di personali e collettive in Italia all’estero.
Nei nuovi ambienti praticabili si dialoga tra lo spazio, l’equilibrio e il movimento: Campo praticabile, viene presentato con Vincenzo Agnetti allo Studio Marconi di Milano nel 1970. Dalle metà degli anni Settanta, la ricerca di Colombo si incentra sempre più sull’analisi del linguaggio architettonico con la creazione di ambienti dove il transitante è sempre più parte essenziale: archi, colonne, piani inclinati vengono modificati e manipolati (Topoestesie; Bariestesie, mostrate in primis da Marconi nel ’75). Artista e progettista, Colombo assume la cattedra di Strutturazione dello spazio alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano con direzione della stessa dal 1985. Dagli anni Ottanta lavora alle Architetture cacogoniometriche ponendo attenzione alle note strutturali dello spazio espositivo e agli elementi architettonici primari. Del 1984 Architettura cacogoniometrica-Colonne al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e alla Biennale di Venezia. Alla fine del decennio e in quello successivo sviluppa ambienti impostati sul concetto di “spazio curvo”: Spazio diagoniometrico (1992, Galerie Hoffmann, Friedberg). L’artista scompare prematuramente l’anno seguente, ma l’attenzione per la sua opera si è sempre più ampliata, attraverso mostre in spazi pubblici e privati all’estero e in Italia: Studio Dabbeni, Lugano e A Arte Studio Invernizzi, Milano (1993); Studio Marconi, Milano (1994); Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo (1995); Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, Graz (2007); Haus Konstruktiv, Zurigo e Castello di Rivoli, Torino (2009); Galleria Il Ponte, Firenze (2010).

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