giovedì, 25 Aprile 2024
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”L’affarista” di Balzac in scena alla Pergola

Torna al Teatro della Pergola, di Firenze, dal 29 Novembre fino al 4 Dicembre, le storie di speculazione e guadagno del più famoso ''Affarista Mercadet'' di Honorè de Balzac.

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Tornano al Teatro della Pergola, dal 29 novembre fino al 4 dicembre, le storie di speculazione e guadagno del più famoso ”Affarista Mercadet” di Honorè de Balzac. Un’opera che non risente del passare del tempo e sembra uscire dalle più recenti pagine di cronaca. I commenti sulla crisi, i giochi di denaro che nel 1840 venivano fatti nei bar, per le strade, rinascono sul palco per mettere in scena uno dei migliori testi teatrali del grande maestro della letteratura realista. 

UN’ OPERA CONTEMPORANEA.“Ah! Conoscete la nostra epoca! Oggi, signora, tutti i sentimenti svaniscono e il denaro li sospinge. Non esistono più interessi perché non esiste più la famiglia, ma solo individui! Vedete! L’avvenire di ciascuno è in una cassa pubblica (…) Vendete gesso per zucchero: se riuscite a far fortuna senza suscitare lamentele, diventate deputato, pari di Francia o ministro!”. Così scriveva Honoré de Balzac nel 1840, ma non ci sarebbe nulla di strano a sentir pronunciare oggi la pungente battuta da qualcuno che commenti una delle tante quotidiane notizie di speculazioni e crisi. Una commedia che presenta un incredibile impatto sul lettore contemporaneo.  

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I PROTAGONISTI. “I temi  trattati sono la frenesia e l’immoralità delle speculazioni economiche, lo spietato gioco delle Borse, il mondo losco e cinico degli affari”spiega il regista Antonio Calenda. E ha incarnare questi è Geppy Gleijeses che interperata lo spregiudicato speculatore Mercadet.“Il personaggio che interpreto è straordinario – aggiunge Gleijeses – una figura gigantesca, pantagruelica e grottesca che si muove tra malinconia, divertimento e sopraffazione, con la possibilità di ribaltare continuamente la situazione in cui si trova a vivere.”

“L’ AFFARISTA” IN PILLOLE. Mercadet vive nel perseguire la sua unica fondamentale idea fissa, quella di arricchire, speculare: è mosso da una sorta di libido del denaro, che vive come una nevrosi esistenziale. Gioca in Borsa con denari che – in realtà – non gli appartengono. Egli è infatti sull’orlo della bancarotta, assediato dai creditori: una crisi, che fin dall’inizio imputa al socio Godeau, andato con la cassa a cercar fortuna nelle Indie e di cui nulla si sa più. Ma nell’attesa di Godeau, Mercadet non resta beckettianamente inerte, tutt’altro: certo che il motore della società moderna sia il denaro e che l’onore sia fondato ormai sulla sola apparenza, usa la moglie quale stendardo della propria fortuna. Un modo per “truccare” il mercato in proprio favore, per tenere in pugno i creditori, ancor più sensibili di lui al miraggio del facile guadagno.

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