Si tratta di un tema di ‘moda’ oggi come ieri. L’attenzione allo stile di vita e al benessere, ha origini antiche: il termine dìaita/dieta, infatti, nel mondo classico, non indicava, come oggi, l’adattamento della razione alimentare allo stato ed alle condizioni biometriche dell’individuo, ma aveva un significato più vasto, allargandosi a comprendere tutti gli ambiti, che l’uomo avrebbe dovuto pianificare di sua iniziativa, in quanto non determinati in modo automatico dalla natura. L’individuo veniva posto al centro di un sistema molto articolato, in cui interagivano res naturale e res non naturales, elementi, cioè, interni ed esterni al corpo. La dietetica si occupava di quei fattori, che potevano essere influenzati dall’intervento umano, come il rapporto dell’uomo con aria e acqua, cibo e bevande, movimento e riposo, sonno e veglia, deiezioni e sessualità, affetti e passioni.
Nell’Italia delle corti principesche e dei ricchi mercanti, legati all’interesse manifestato dalle élites per la conservazione della salute, si diffondono i Regimina Sanitatis, eredi della tradizione classica e progressivamente arricchiti dal contatto con il mondo arabo, dal fiorire degli studi di Medicina, dalla nascita delle Università: in seguito, il fenomeno si estende a tutto l’Occidente, con i trattati sulla conservazione della sanità, personalizzati e dedicati a personaggi illustri, e i Consilia, prescrizioni mediche e dietetiche destinate a curare una precisa malattia.
Tra i codici esposti, in lingua greca, latina e volgare, databili tra XII e tardo XVI e tutti appartenenti ai fondi laurenziani, si annoverano esemplari di particolare interesse contenutistico che attestano il loro utilizzo a livelli diversi, dal Trattato di cucina di Apicio, che conferma la specifica importanza dell’alimentazione, al Taccuino di Sanità di Ibn Butlan. Il Regime del corpo di Aldobrandino da Siena è proposto in diversi volgarizzamenti italiani, uno dei quali realizzato nel maggio del 1310 dal notaio fiorentino Zucchero Bencivenni. Importante, tra gli altri, il Compendio della natura e proprietà degli alimenti di Barnaba da Reggio, in un manoscritto membranaceo, redatto fra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento. “Si tratta – commenta Donatella Lippi, docente di storia della medicina che ha curato il catalogo della mostra voluta da Maria Prunai Falciani, direttrice della Biblioteca – di una letteratura sapienziale, sopravvissuta, spesso, nella medicina popolare contemporanea”. Altri, i cosiddetti Consigli contro la peste, costituiscono una sorta di prontuario per ostacolare la diffusione del male.
A segnalare l’importanza della manifestazione – l’ultima di una consolidata tradizione di mostre laurenziane rivolte al grande pubblico e accompagnate da un semplice catalogo di facile lettura – partecipano all’inaugurazione della mostra il 12 febbraio 2010 Maddalena Ragni, Direttrice regionale per i beni culturali e paesaggistici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e Gian Franco Gensini, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze.
‘Díaita. Le regole della salute nei manoscritti della Biblioteca Medicea Laurenziana’
Ente promotore: Biblioteca Medicea Laurenziana con il patrocinio dell’Università degli Studi di Firenze
Biblioteca Medicea Laurenziana, Piazza San Lorenzo 9, Firenze
13 febbraio – 26 giugno 2010
Orario: lunedì-sabato ore 9,30-13,30