giovedì, 18 Aprile 2024
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Recensione Indignatevi! di Stéphane Hessel

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“Continuiamo ad invocare una vera e propria insurrezione pacifica contro i mass media, che ai nostri giovani come unico orizzonte propongono il consumismo di massa, il disprezzo dei più deboli e della cultura, l’amnesia generalizzata e la competizione ad oltranza di tutti contro tutti”.

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Stampato per la prima volta nello scorso ottobre da una piccola casa editrice francese, la Montpellier, Indignatevi! è diventato il caso editoriale francese di quest’anno, riuscendo a vendere oltre le 700.000 copie. Da febbraio è arrivato anche da noi cugini d’oltralpe e  questo libretto continua a far parlare di sé. Stéphane Hessel è un partigiano francese e uomo di sinistra di 93 anni che ha vissuto sulla propria pelle la seconda guerra mondiale e forte di quest’esperienza chiede ai giovani, non solo francesi,  di ritrovare la forza di indignarsi e ribellarsi contro la società occidentale che ha perso molte delle conquiste sociali ottenute con la Resistenza.

Indubbiamente lascia un po’ perplessi che un libello di 62 pagine, che non scopre chissà quale verità, possa suscitare così tanto interesse e diventi un successo e un bestseller. Fra l’altro queste poche pagine contengono anche un’ appendice biografica e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo poste in calce e il concetto Indignatevi!, così imperativo e ripetuto quasi come mantra, è onnipresente nel testo. Tutte queste precisazioni vanno fatte e non per sminuire il libro, ma anzi per sottolinearne comunque la forza.  

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Perché la Francia, ma anche l’Italia e l’Occidente stesso hanno bisogno di fare un punto della situazione e capire che cosa sta andando perso per strada senza che nessuno, o quasi, dica o faccia qualcosa per opporsi. Indignatevi! accende discussioni perché è un saggio che entra nei fenomeni sociali, politici ed economici e non ha paura di invitare pubblicamente alla disobbedienza civile. Come dice lo stesso Hessel: “La lotta contro le ingiustizie è la mia bussola” ed è per questo che inevitabilmente quest’uomo, dall’aspetto di un arzillo vecchietto, è stato eletto a furor di popolo come uomo “nuovo” della sinistra, come mito dai giovani. E questo nell’era dei social network , nell’era dove i punti di riferimento per le nuove leve sono ragazzini/e che come atto di ribellione propongono solo il ciuffo sugli occhi, lascia ben sperare.

Egoisticamente lascia ben sperare anche per la nostra Italia trovarlo fra i libri più venduti. Alla fine non siamo geograficamente lontani dalla Francia e forse non lo siamo neanche culturalmente: così voglio pensare. Perché è indubbio che siamo arrivati ad un punto di saturazione dove vanno avanti i soliti furbetti, dove si insegna che chi ha potere può permettersi di dire e fare tutto, comprandosi anche l’impunità assoluta. Viviamo in un momento storico dove un piccola minoranza d’ italiani ha in mano più della metà del PIL e gli altri invece lottano tutti i giorni per guadagnarsi il proprio futuro che sembra sempre più incerto e più in salita.

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Il nostro è un Paese dove le coppie di fatto non possono essere regolarizzate e non viene approvato il testamento biologico, dove la scuola pubblica è considerata di serie B e dove l’apparenza è tutto o quasi. Quest’anno festeggiamo i 150 anni d’Unità e motivi d’orgoglio non ne abbiamo molti. 

Certo è facile indignarsi. E’ un sentimento che quasi tutti provano prima o poi. La parte difficile viene dopo quando passato lo sdegno deve sopraggiungere la convinzione e la coerenza di fare qualcosa per cambiare ciò che non va. Hessel, giovane vecchio, provoca e lo ringraziamo.

Il resto tocca a noi, giovani con speranze da vecchi.

Indignatevi!

di Stéphane Hessel

pp. 62

Edizioni ADD € 5,00

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