Come annunciato dalla Ministra Luciana Lamorgese, è stata pubblicata in pdf la circolare del Ministero dell’Interno sul green pass, firmata dal capo gabinetto Bruno Frattasi: la comunicazione del Viminale specifica chi deve fare il controllo del certificato e chi può chiedere i documenti d’identità. Dal 6 agosto scorso il “passaporto verde” deve essere mostrato per entrare in molte attività, come ristoranti e bar (al chiuso), sagre, spettacoli, eventi sportivi.
Chi deve controllare il green pass: i gestori
La circolare del Ministero dell’Interno ribadisce che il controllo del green pass spetta, oltre che alle forze dell’ordine, anche ai gestori delle attività dov’è richiesto il certificato come ristoranti, palestre e piscine al chiuso, teatri, cinema, spazi dove si svolgono spettacoli (qui l’elenco completo): per loro c’è l’obbligo di controllare il documento che attesta la vaccinazione, la guarigione dal Covid o il tampone negativo, scannerizzando il QR code grazie all’app di verifica C19.
Per queste regole viene citato l’articolo 13 del Dpcm dello scorso 17 giugno. L’accertamento del pass può essere fatto anche dagli steward e dal personale di controllo degli eventi. Questi invece i luoghi dove non serve il green pass.
Chi può chiedere i documenti di identità: cosa prevede la circolare del Ministero dell’Interno sul green pass
La circolare del Viminale chiarisce anche chi deve fare il controllo del documento di identità, per verificare la corrispondenza del green pass con i dati della persona che lo mostra. La richiesta del certificato verde all’ingresso deve essere fatta obbligatoriamente dai gestori, mentre il controllo del documento di identità è a loro discrezione: in primo luogo spetta alle forze dell’ordine e ai pubblici ufficiali fare questo check. C’è però un caso specifico.
“Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme, come ad esempio, quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione”, si legge nel pdf della circolare del Ministero dell’Interno sul green pass. Questo significa che anche i gestori dei ristoranti o delle altre attività dov’è richiesta la certificazione, possono chiedere e controllare i documenti se ci sono dubbi sull’identità della persona o se il green pass sembra falso.
Il Viminale specifica che in questa situazione i clienti sono obbligati a mostrare il proprio documento, anche se chi controlla non è un pubblico ufficiale. In caso di mancata corrispondenza, si potrà chiamare le forze dell’ordine e l’utente rischierà multe salate.
Quali sono le sanzioni per chi mostra un green pass falso
La verifica, viene specificato, deve essere fatta in modo che si tuteli la riservatezza dei dati della persona, rispetto ad altri frequentatori. Chi fa il furbettto, mostrando un green pass falso, rischia una multa da 400 a 1.000 euro, che in questo caso riguarderà solo il cliente e non il gestore dell’attività.
Il titolare dell’esercizio pubblico viene multato se non controlla il certificato verde o fa entrare persone senza green pass. Nel caso la violazione avvenga per tre volte in tre giorni diversi le sanzioni sono ancora più pesanti: alla cifra da pagare si aggiunge la chiusura del locale da 1 a 10 giorni.
Il testo in pdf della circolare del Ministero dell’Interno sul green pass
Il testo completo della circolare del Viminale sul green pass è stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno, questo il link diretto al documento pdf.