Nella lista dei comuni della Toscana in zona rossa, per l’alto rischio legato alle varianti del Covid, c’è già un nome: Cecina. Nella cittadina del livornese per 9 giorni entrano in vigore le regole delle zone rosse locali, dopo la decisione del sindaco e della Regione. Stop agli spostamenti dentro, verso e fuori del territorio comunale. Intanto ci sono altri comuni a rischio zona rossa in Toscana, come alcune città in provincia di Pistoia e di Siena.
La strategia del governatore Eugenio Giani si orienta adesso su mini-zone rosse da creare nei singoli comuni dove la situazione è preoccupante, per evitare un lockdown generalizzato in tutta la Toscana con l’arrivo di una zona rossa regionale per il peggioramento dello scenario di rischio per il coronavirus.
Da quando e per quanto Cecina è zona rossa
Nel comune di Cecina (Livorno) la zona rossa inizia giovedì 25 febbraio e dura 9 giorni, quindi fino a venerdì 5 marzo, per i focolai di Covid registrati negli ultimi giorni, ma potrà essere prorogata nel caso la situazione non migliori. La stretta arriva dopo che in una Rsa del territorio, la residenza “Iacopini”, si sono registrati numerosi casi positivi, di cui 16 riconducibili alla variate inglese. Una decina di contagi sono segnalati anche nella scuola elementare Marconi. La Regione ha annunciato l’inizio di uno screening di massa, con tamponi per tutti i cittadini.
La misura è stata decisa per arginare la diffusione del contagio. “Stiamo riscontrando problemi nel tracciamento dei casi e nell’analisi sequenziale per trovare le varianti – dice il sindaco Samuele Lippi -. Dobbiamo prevenire e mitigare la diffusione del virus tra la popolazione e permettere i necessari tracciamenti e le necessarie verifiche da parte dell’Asl”.
I comuni a rischio zona rossa in Toscana
L’elenco dei comuni rossi sembra destinata ad allungarsi in Toscana. L’allerta è alta in provincia di Pistoia, con dati da zona rossa: nell’ultima settima si è registrato un boom di contagi con un’incidenza dei positivi più alta di quasi il 70% rispetto alla media regionale. Tre i comuni del pistoiese dove circola maggiormente il virus: Lamporecchio, Montale, Massa e Cozzile.
Difficile la situazione anche in provincia di Siena, nel giro di una settimana i positivi sono raddoppiati per effetto delle varianti più aggressive del Covid come quella brasiliana e inglese. Tra i possibili “comuni rossi” la stessa Siena, Sarteano e Sovicille. Monteroni d’Arbia, con scuole chiuse da giorni per un focolaio, per ora non sarà zona rossa: la campagna di tamponi a tappeto svolta dalla Regione, su mille test non ha trovato alcun positivo.
La campagna di screening “Territori sicuri” della Regione continua nel weekend a Sovicille, Barga (Lucca) e Ponte Buggianese (Pistoia). I cittadini possono prenotare online il tampone gratuitamente. Intanto il sindaco di Firenze Dario Nardella si dice favorevole alla strategia dei “comuni rossi”, con misure specifiche per singoli territori: “circoscrivere zone particolarmente sposte classificandole come zone rosse può essere una buona alternativa a trasformare l’intera Toscana in zona rossa”, osserva.
Le regole: cosa si può fare
Per quanto riguarda le regole della zona rossa locale, l’ordinanza della Regione Toscana per Cecina riprende le restrizioni previste del Dpmc per i territori con rischio massimo. In questa fascia non è possibile uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute e necessità. Lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, dentro il territorio del comune, una volta al giorno, spiega la Regione.
Chiusi tutti i negozi, ad eccezione dei codici Ateco individuati negli allegati dell’ultimo Dpcm, attivi i parrucchieri. Stop anche ai mercati, ad eccezione di quelli alimentari e florovivaistici. I ristoranti possono stare aperti per l’asporto fino alle 22 e i bar per il take away fino alle 18, ma non è consentito il consumo al tavolo, né dentro o nei pressi dell’attività. Per quanto riguarda le scuole via libera all’apertura di asili, materne, elementari e prima media. Tutte le altre classi e scuole vanno in didattica a distanza. In altre regioni, come in Lombardia, si è optato per la zona arancione rafforzata.