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Cosa sono le keybox e cosa cambia con il divieto

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Keybox affitti brevi cosa sono regole

Una circolare firmata dal capo della Polizia precisa le regole per il check-in. Non sarà più possibile fare l'identificazione degli ospiti da remoto

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La battaglia contro le “keybox selvagge” è partita qualche settimana fa da Firenze e ora arrivano anche nuove regole nazionali, con un divieto stabilito da una circolare del capo della Polizia: ma cosa sono queste novità e cosa cambia per chi gestisce affitti brevi turistici come gli Airbnb?

Cosa sono le keybox e la stretta a Firenze

Le keybox non sono altro che quelle cassettine di sicurezza o quei lucchetti, generalmente chiusi con una combinazione, che all’interno di uno scompartimento custodiscono le chiavi degli appartamenti dati in affitto breve. Tramite questo stratagemma i proprietari comunicano il codice agli ospiti, senza dover fare il check-in di persona. Ultimamente nelle città turistiche, come Firenze, si è registrata una proliferazione esponenziale di keybox, attaccate anche su portoni storici, agli angoli delle strade, alcune volte addirittura sulle cancellate dei monumenti.

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Dopo le azioni dimostrative del comitato Salviamo Firenze che ha attaccato adesivi rossi sulle keybox presenti nel centro storico, poco prima che la città gigliata ospitasse il G7 del Turismo, il Comune ha annunciato che avrebbe vietato dal 2025 l’installazione di queste cassette nell’area Unesco. Un tema che poi è finito anche sul tavolo dei ministri riuniti in Palazzo Vecchio.

Le nuove regole per le keybox: il divieto di identificazione da remoto

Dopo il caso di Firenze arrivano regole nazionali per le keybox, che sono state messe nero su bianco in una circolare firmata dal capo della Polizia Vittorio Pisani: non si tratta di un divieto esplicito, ma viene specificato l’obbligo di identificare di persona gli ospiti, cosa che avrà un effetto sulla pratica delle cassette per le chiavi.

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In concreto la circolare diretta alle Prefetture specifica che i titolari di strutture che offrono affitti brevi (anche nel caso di scambio di abitazioni) non potranno più identificare gli ospiti da remoto, con i documenti inviati a distanza via mail o Whatsapp. I nomi dovranno essere comunicati in Questura entro 24 ore dall’arrivo, che scendono a 6 ore se la permanenza è inferiore a un giorno, e inserite nel portale della Polizia di Stato “Alloggiati web”. Insomma viene posta una questione di sicurezza, per evitare che pregiudicati, sospetti o ricercati si nascondano nelle strutture ricettive. Qui il pdf della circolare.

Gli imprenditori: servono alternative concrete, non divieti

Ecco cosa è stato stabilito dalla nuova circolare e che avrà effetto anche sull’uso delle keybox per chi dà in affitto casa e appartamenti. Ma gli imprenditori che operano nel settore non ci stanno. Property Managers Italia, associazione che riunisce chi per professione gestisce affitti brevi, boccia queste novità. “Le keybox non sono uno strumento per eludere la legge, ma una soluzione tecnologica ampiamente utilizzata per rispettare gli obblighi di identificazione entro i tempi previsti – dice Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia e Ceo di ApartmentsFlorence-. Inoltre, in molti casi, queste tecnologie sono integrate con sistemi avanzati di riconoscimento biometrico, come quelli utilizzati negli aeroporti per l’immigrazione, che garantiscono sicurezza ed efficienza”.

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L’organizzazione chiede alternative concrete alle keybox, “che bilancino sicurezza, innovazione e sostenibilità operativa”. Al centro della questione c’è anche un tema di sostenibilità economica. “I contratti di locazione breve – spiega il presidente di Property Managers Italia – seguono regole diverse da quelle degli alberghi. La responsabilità legale ricade sul conduttore, che non sempre coincide con gli ospiti effettivi. Applicare indiscriminatamente gli stessi obblighi previsti per le strutture alberghiere alle locazioni brevi denota un’incomprensione delle dinamiche del settore e rischia di penalizzare un comparto fondamentale per il turismo italiano”.

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